Pareva che il via libera del Senato, stavolta, fosse così a portata di mano da poter far veleggiare col vento in poppa il Ddl verso la terza lettura della Camera. Invece, nulla di fatto. “Sfiancati” dal voto di fiducia sul decreto fiscale collegato alla manovra, che ora è legge, gli inquilini di Palazzo Madama non potevano farcela, a esaminare l’intero pacchetto degli articoli ancora in stand-by del Ddl 2224 , recante “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”.
Infatti, sono riusciti blandamente ad allungarsi fino all’articolo 8 del testo (in tutto sono 18), arenando la discussione sul tentativo obbligatorio di conciliazione. Mancava il numero legale, prima e dopo l’interruzione della seduta. Che è rinviata a data da destinarsi. La prossima conferenza dei capigruppo, alle 13 del giorno 6 dicembre, deciderà il calendario dei provvedimenti all’esame dell’aula, convocata per quel giorno alle 16,30. Ma chissà. All’indomani del responso delle urne, e impigliato nella sessione di bilancio (anche se non comportando previsioni di spesa potrebbe smarcarsi), il Ddl Gelli-Bianco (rispettivamente relatori alla Camera e al Senato, rischia l’impasse. L’unica a protestare ufficialmente, la senatrice presidente della commissione Igiene e Sanità Emilia De Biasi, che ha strigliato i colleghi: «Un provvedimento così importante – ha buttato là in un emiciclo ormai quasi deserto – non può essere sottoposto a uno spezzatino di sedute che ne dilazionano sine die l’approvazione». Da qui la richiesta di una calendarizzazione tempestiva delle prossime, magari più concludenti, sedute. Peccato che la prossima sia settimana di pausa pre rederendaria, e che poi il Senato entrerà nel gorgo della manovra. Probabilmente se ne riparla a gennaio 2017. La responsabilità professionale, lo ricordiamo, era stata approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati il 28 gennaio 2016.
Il sole 24 Ore sanità – 25 novembre 2016