L’ultimo contagiato è un bambino di 8 anni, ricoverato martedì pomeriggio al Meyer di Firenze. Si era vaccinato nel 2009. Appena un giorno prima, lunedì, un’immigrata russa di 45 anni è morta dopo solo due ore di ricovero all’ospedale di Santa Maria Nuova. A provocare i due casi è stato ancora una volta il meningococco C, responsabile di un’epidemia che in Toscana nel 2015 e nel 2016 ha colpito 58 persone facendo ben 12 morti e che non accenna a rallentare la sua corsa.
Manca ancora l’ufficialità del laboratorio ma i tecnici hanno pochi dubbi: anche gli ultimi due casi sono dovuti a un sottotipo particolarmente aggressivo del meningococco C che si chiama St11. La sua “cattiveria” si manifesta con un numero di decessi alto, anche per malattie già particolarmente gravi come quelle provocate da quel batterio, e con la preoccupante capacità di superare la barriera del vaccino. Tra i malati di questi due anni, infatti, ben 12 erano vaccinati, anche se in due casi l’iniezione risaliva a pochi giorni prima dei sintomi della malattia e probabilmente il sistema immunitario di quelle persone non era ancora pronto ad affrontare l’infezione. Poi si è visto che più della metà dei colpiti si erano vaccinati più di 5 anni prima di ammalarsi, così gli esperti ritengono che la copertura del farmaco tenda a calare col passare degli anni più rapidamente del previsto. Per questo ieri in Regione Toscana valutavano l’ipotesi di proteggere i più giovani, considerati anche il serbatoio del batterio, con una iniziativa inedita. L’idea, che nei prossimi giorni potrebbe essere formalizzata in una delibera, è di fare loro tre dosi. Una, quella già prevista in tutta Italia, poco dopo il compimento del primo anno e le altre due a 7 e 14 anni. Il vaccino resta infatti l’unica arma a disposizione. Salvo in un caso, addirittura mortale, chi lo aveva fatto ha sviluppato forme di malattia non particolarmente violente. Vale la stessa cosa anche per il bambino di 8 anni di Livorno ricoverato da due giorni al Meyer e vaccinato nel 2009. Secondo i medici è fuori pericolo.
L’St11 è lo stesso sottotipo che anni fa provocò un’epidemia pesantissima in Inghilterra e non è chiaro come sia arrivato in Toscana. Forse con una nave da crociera, visto che per la prima volta è stato isolato in laboratorio nel 2012, quando quattro membri dell’equipaggio di una Msc sono finiti in ospedale a Livorno a causa della meningite.
Con la campagna straordinaria di vaccinazione toscana, partita nell’aprile del 2015, è stato già coperto un milione di cittadini, cioè quasi un terzo della popolazione. Ma tutto questo non basta, visto che i casi nel 2016 sono stati poco meno che nel 2015, quando il numero dei vaccinati era molto inferiore, cioè 27 contro 31. E l’anno non è ancora finito.
Per fronteggiare l’St11 ci vuole evidentemente una copertura più alta che impedisca al batterio di circolare tra i portatori sani, e l’assessore alla Salute Stefania Saccardi oltre a pensare ai richiami per i giovani invita gli adulti che non lo hanno già fatto a prenotare la vaccinazione gratuita contro il meningococco C. In queste ore, dopo i casi della donna e del bambino, la paura torna a spingere i toscani verso gli ambulatori della Asl o dal loro medico di famiglia. Il numero delle prenotazioni sta salendo esponenzialmente. La settimana scorsa nell’area del capoluogo se ne facevano 30 al giorno, l’altro ieri e ieri si è saliti prima a 520 poi a oltre 1.000. Ci si attacca all’unica arma disponibile anche se non sempre sembra essere efficace: il vaccino.
Repubblica – 24 novembre 2016