Michela Tamburrino. Gli italiani soddisfatti? Sembra una contraddizione in termini. Invece no. A darne la certezza certificata sono i dati Istat che rilevano il cambiamento di tendenza: «Per la prima volta dopo 5 anni, nel 2016 migliorano le stime relative al giudizio delle famiglie sulla soddisfazione per le condizioni di vita».
Dai 14 anni in su la quota di percepito benessere passa dal 35,1% del 2015 al 41%. Altro dato confortante lo regala l’alto numero di giovani fortemente ottimisti rispetto alla loro esistenza: il voto che danno alla loro vita è un 7,5 raccolto tra i ragazzi del Nord sotto i 20 anni e cala fino al 6,7 tra gli ultrasettantacinquenni. A fare la differenza è l’occupazione così che gli studenti balzano al primo posto per felicità seguiti da dirigenti e imprenditori. Rispetto all’anno passato migliorano anche i dati campionari sulla percezione della situazione economica di famiglie e individui, resta stabile la soddisfazione per gli aspetti relazionali con famiglia e amici, la salute e il tempo libero. In aumento, lieve, il gradimento degli occupati per il lavoro.
Ecco l’identikit dell’ottimista realizzato; giovane, occupato e residente al Nord. Il rapporto consegna anche l’immagine del più infelice d’Italia: donna in avanti con gli anni, casalinga o in cerca di lavoro, residente al Sud. Rispetto agli anni della recessione a crescere è soprattutto il gradimento per la personale situazione economica, in particolare per gli uomini di 35-44 anni.
Ma leggendo tra le pieghe del documento si nota che otto italiani su dieci non si fidano del prossimo. Il 78,1% delle persone pensa infatti che «bisogna stare molto attenti» a coloro che si avvicinano e questo fa il paio con la paura per il rischio criminalità, lo smog e il traffico.
La Stampa – 23 novembre 2016