Farmaci e personale sono i capitoli caldi della manovra 2017 per la sanità. Con i medici dipendenti del Ssn sul piede di guerra e pronti allo sciopero lunedì 28 novembre se nell’atteso maxiemendamento del Governo non saranno recepite le richieste della categoria. E il pacchetto pharma osservato speciale delle Regioni (ma non solo) che vogliono ridimensionare i “bonus” all’industria e privilegiare i risparmi.
Più in generale, il Ddl di bilancio 2017 fa rotta su efficienza organizzativa, nuova governance della spesa farmaceutica e farmaci innovativi. Con un Fondo sanitario nazionale (Fsn) che aumenta di due miliardi, ma solo nel 2017, per un totale di 113. Per poi passare a 114 nel 2018 e a 115 nel 2019. Ma va sottolineato che il miliardo aggiuntivo è vincolato a farmaci innovativi, oncologici e piano vaccini.
Efficienza fa rima con sanità digitale, o almeno dovrebbe. E la priorità della manovra è quella di imprimere un’accelerazione sull’interoperabilità dei Fascicoli sanitari elettronici, ossia quei documenti digitali che contengono tutta la storia clinica del paziente, compreso il dossier farmaceutico. E che per funzionare devono innanzitutto interagire.
Un altro capitolo fondamentale è il pacchetto di misure che rivede le norme per la gestione della spesa farmaceutica, che nel 2015 ammontava a oltre 18 miliardi tra territoriale e ospedaliera, con uno sforamento di quest’ultima pari a oltre un miliardo e mezzo rispetto al tetto prefissato. Un rosso ormai “cronico” che nel 2016 è stimato a quota 2 miliardi, anche a causa dell’arrivo sul mercato di medicinali innovativi particolarmente costosi, come i farmaci per l’eradicazione dell’epatite C. Per questo motivo, la manovra 2017 prevede una rivisitazione dei tetti di spesa. La percentuale di incidenza della spesa farmaceutica complessiva sul Fsn rimane fissata al 14,85%, ma cambiano le percentuali delle sue componenti: la farmaceutica territoriale, che assume la denominazione di “tetto della spesa farmaceutica convenzionata”, scende dall’11,35 al 7,96% mentre la farmaceutica ospedaliera, ora comprensiva della spesa per i farmaci acquistati in distribuzione diretta e per conto, denominata “tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti”, sale dal 3,5 al 6,89 per cento.
Per garantire l’accesso alle terapie innovative per il maggior numero di pazienti, al di fuori dei tetti di spesa, si prevede l’istituzione di due Fondi, a partire dal 2017 con una dotazione di 500 milioni ciascuno a valere sul Fsn, dedicati rispettivamente ai medicinali innovativi e agli oncologici innovativi.
I criteri per definire l’innovatività, che determineranno l’inserimento di un farmaco nei due Fondi, saranno decisi da una determina del direttore generale dell’Agenzia nazionale del farmaco. Ma in ogni caso il carattere di innovatività non può permanere più di 36 mesi.
Una serie di misure regolamenta l’acquisto di farmaci biologici a brevetto scaduto da parte delle centrali d’acquisto con l’intento di promuovere una maggiore concorrenza sui prezzi preservando al contempo la libertà del medico prescrittore e la continuità di cura. Altri 100 milioni per il 2017 (che diventano 127 milioni nel 2018 e 186 nel 2019) sono invece destinati al nuovo Piano nazionale vaccini.
Intanto i camici bianchi aspettano al varco un testo più avanzato del ddl di bilancio. Secondo i sindacati dei dottori dipendenti, la manovra 2017 si è infatti dimenticata di medici, veterinari e sanitari. In particolare, i finanziamenti per il rinnovo contrattuale, dopo sette anni di blocco, sono giudicati incerti ed esigui e i medici reclamano misure che consentano di governare l’innovazione e premiare merito e produttività, ovvero quel necessario aumento di offerta assistenziale necessario ad alleviare il grave problema delle liste d’attesa.
Rosanna Magnano – Il Sole 24 Ore – 21 novembre 2016