Beniamino Bonardi. 112 casi confermati e 148 probabili di Salmonella Enteritidis, segnalati tra il 1° maggio e il 12 ottobre 2016 da Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. Inoltre la Croazia ha riferito un cluster di casi, tra cui un decesso, associato forse a questo focolaio. Anche Ungheria e Polonia sono considerati coinvolti all’epidemia, perché nove dei casi confermati sono associati a viaggi in questi due Paesi.
Il sequenziamento dell’intero genoma, indagini su cibi, ambiente e sulla tracciabilità a monte hanno stabilito un legame tra il focolaio e un centro per il confezionamento delle uova in Polonia. Le evidenze suggeriscono che siano le uova la fonte più probabile dell’infezione da salmonella. Le competenti autorità polacche e gli Stati membri a cui sono state distribuite le uova sospette ne hanno ora bloccato la distribuzione. L’allerta è stata lanciata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che raccomandano agli Stati membri dell’Ue di intensificare le proprie attività di monitoraggio.
Il problema dell’epidema da salmonella non coinvolge l’Italia, che è autosufficiente in questo settore e non importa uova. Per quanto riguarda i Paesi colpiti, invece, l’invito dell’Efsa è di continuare a condividere informazioni sulle indagini epidemiologiche, microbiologiche e ambientali, compresa l’emanazione di notifiche del caso, utilizzando il sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi (RASFF) e il sistema di allarme precoce e risposta (ARR), che rappresenta il canale ufficiale di notifica per le gravi minacce transfrontaliere alla salute.
Il Fatto alimentare – 20 novembre 2016