“La carne è un elemento che fa parte da sempre da sempre alimentare che noi chiamiamo Dieta Mediterranea. L’Oms ha avuto la forza di attaccarla ma non avendo il coraggio di metterla come prima causa dell’insorgenza dei tumori, perché chi ha gestito quel tipo di comunicazione è stato condizionato da altri mondi: quello vegano e della soia, che hanno dato alternative non equipollenti ma rassomiglianti”.
Lo ha detto Giorgio Calabrese, presidente del Cnsa, il comitato nazionale di sicurezza alimentare, a margine di un simposio dal titolo “Il ruolo della carne nell’alimentazione umana” che si è svolto il 15 novembre a Roma. “L’Oms è stata bacchettata – ricorda ancora Calabrese – perché ha posizionato 800 lavori che lo dicevano e ne ha dimenticati 80mila che dicevano esattamente l’opposto. Mangiare la giusta quota carne, con la giusta tecnica di cottura, con pochi condimenti se non quelli vegetali, significa far crescere meglio i bambini, aiutare gli adulti ad essere più forti e soprattutto ad essere più longevi in piena qualità di vita”.
Quanto riguarda, invece, il ruolo dell’informazione sui social network, il presidente del Cnsa è duro: “Il mondo evolve, c’è internet, oramai siamo tutti a casa nostra ma anche a casa di altri. Ma attenzione, perché tutti parlano ma pochi hanno la competenza per poter dire o anche consigliare”. Secondo Calabrese, “uno dei grandi problemi della società è che all’interno di questi mass media molto elettronici e tecnologici non c’è più controllo nei confronti di quelli che parlano ed educano, diseducando, coloro che sono più deboli nella preparazione”. “Prima – continua Calabrese – si diceva ‘lo ha detto la televisione’, poi ‘lo ha detto il giornale’, oggi si dice ‘lo ha detto internet’. Noi abbiamo bisogno, specialmente sul fronte della salute, di ridare esclusivamente agli uomini di scienza il timone del passaggio di ciò che studiamo a ciò che dobbiamo seguire. Oggi la scienza trova al suo interno dei Giuda che per carenza di preparazione, o per preferenze economiche e convenienze, hanno cambiato il nostro mondo comunicativo da serio e scientifico a falsamente personale. Ma il ‘secondo me’ – conclude – in scienza non funziona”.
http://www.meteoweb.eu/ – 17 novembre 2016