Rincari sui prodotti d’autunno: tartufo +13%, olio +54% Dall’olio ai tartufi e castagne; il cibo tipico dell’autunno si fa pagare caro a causa dei magri raccolti. In volo in particolare il prezzo dei tartufi che, con un aumento del 13%, hanno raggiunto quotazioni record da 450 euro/etto e il prezzo dell’olio, schizzato del 54% rispetto allo scorso anno.
E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti presentata in occasione della Giornata del ringraziamento che chiude tradizionalmente il bilancio dall’annata agraria. Con la carenza di olio nostrano aumentano però anche i rischi di frode ed inganni in una situazione in cui – sottolinea Coldiretti -; l’Italia si classifica come il maggior importatore mondiale, per un quantitativo stimato nel 2016 superiore a 500 milioni di chili. Il consiglio dell’organizzazione agricola è “di guardare con attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio extravergine di oliva prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. Se si vuole comperare un buon extravergine italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione”.
Per quanto riguarda gli altri tesori del cibo autunnale, la produzione nazionale di castagne – secondo la stima Coldiretti – rimarrà quest’anno inferiore ai 20 milioni di chili, appena 1/3 di quella di dieci anni fa, soprattutto per effetto del clima ed in alcune aree del cinipide galligeno, il parassita cinese che fa seccare gli alberi e ha devastato soprattutto i boschi del mezzogiorno. Diventa inoltre difficile – continua Coldiretti – il tradizionale abbinamento con il vino novello, la cui produzione è scesa in Italia al minimo storico di 2 milioni di bottiglie. Per effetto del clima – conclude Coldiretti -, la stagione in molte zone è stata avara anche per agli appassionati di porcini, finferli, trombette e chiodini.