La fase di incertezza dell’economia italiana non è affatto conclusa. Nonostante l’aumento «significativo» del potere di acquisto delle famiglie, legato al miglioramento tendenziale dell’occupazione, i consumi interni rallentano e l’indicatore anticipatore dell’Istat non segnala prospettive di accelerazione negli ultimi mesi dell’anno.
È questa la sintesi con cui si conclude la nota mensile sull’andamento dell’economia diffuso ieri dall’Istituto di statistica. Dopo l’aumento di settembre l’indicatore composito della fiducia delle imprese è ulteriormente salito in ottobre (almeno nei comparti della manifattura, dei servizi e delle costruzioni), uno spostamento registrato anche dall’indicatore ciclico coincidente Ita-coin, prodotto dalla Banca d’Italia e diffuso due giorni fa. Ma questi movimenti evidentemente non bastano a cambiare le prospettive a breve termine.Istat pubblicherà il 14 novembre la stima sul Pil del terzo trimestre, dopo la variazione zero del secondo trimestre. E nell’attesa non si può far altro che soppesare le stime di altri istituzioni o centri di ricerca: l’Ufficio di Bilancio, per esempio, prevede un aumento del Pil dello 0,2% nel terzo trimestre e dello 0,1% nel quarto, con una crescita media 2016, aggiustata per l’effetto del calendario, dello 0,8% (previsione in linea con quelle di Ref.).
Tornando alla Nota Istat, le ipotesi di un ritorno a una sia pur debole crescita negli ultimi due trimestre dell’anno sono suffragate dai dati sulla produzione industriale, che ad agosto ha segnato un aumento «sostanziale» rispetto al mese precedente (+1,7%) determinando un incremento nella media del trimestre giugno-agosto 2016 (+0,4%) rispetto al trimestre precedente. Nello stesso mese, anche il fatturato e gli ordinativi dell’industria (escluse le costruzioni) mostrano una variazione congiunturale marcatamente positiva (rispettivamente +4,1% e +10,2%). Nei primi otto mesi dell’anno, tuttavia, sia il fatturato interno che quello estero hanno segnato una flessione superiore al punto percentuale. Le esportazioni e le importazioni in valore hanno registrato un incremento congiunturale (rispettivamente +2,6% e +4,4%), portando ad agosto il livello dei flussi commerciali con l’estero sui valori massimi da oltre un anno. Nella media gennaio-agosto, la dinamica delle vendite all’estero in valore s’è mantenuta costante (-0,1% rispetto alla media dello stesso periodo del 2015). Sul fronte dei prezzi, infine, dopo il modesto aumento segnato in settembre, l’inflazione è tornata su valori negativi. A ottobre la variazione annua dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (Nic) è risultata pari a -0,1 per cento. Mentre per i prossimi mesi non sono previste modifiche significative delle dinamiche attuali: le opinioni dei consumatori sull’andamento dei prezzi al consumo per i prossimi 12 mesi sono orientate alla diminuzione e si registra la possibilità di qualche limitato rialzo nel breve termine solo per gli imprenditori del comparto dei beni destinati al consumo finale.
Ieri Istat ha diffuso anche i dati di fonte notarile sul mercato immobiliare. Ne risulta che nel secondo trimestre le convenzioni di compravendita per unità immobiliari (194.620) hanno accelerato la crescita, segnando un +20,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dopo il +17,9% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Il risultato riguarda tutti i comparti immobiliari e l’intero territorio. Il mercato immobiliare ha iniziato la sua ripresa in modo più regolare dal secondo trimestre del 2015 (+6,2%); il minimo storico era stato raggiunto nel quarto trimestre del 2012 (-25,7%), anno in cui le variazioni sono state fortemente negative in tutti i trimestri.
D.Col. – IL Sole 24 Ore – 6 novembre 2016