Mentre il governo prepara la lettera con cui entro stasera risponderà ai dubbi della Commissione europea sulla manovra, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, da Gorizia invita le forze politiche ad avere rispetto dell’Ue.
«Troppe volte – afferma il presidente della Repubblica – nella dialettica interna e internazionale l’Unione viene criticata, le sue regole trattate come l’esempio di una burocrazia complessa e a volte addirittura oppressiva, come un limite rispetto a un passato esclusivamente nazionale che qualcuno vorrebbe raffigurare come una sorta di età dell’oro ma questo giudizio non rispecchia le straordinarie conquiste di un modello di convivenza e di crescita unico al mondo». Mattarella aggiunge poi che l’Europa deve essere «coltivata quotidianamente» e che per migliorarla ci può essere «una critica anche severa», ma questa deve rimanere sempre costruttiva».
Intanto al Tesoro si lavora al testo da spedire entro la serata di oggi a Bruxelles. Due i punti al centro della missiva che sarà firmata da Pier Carlo Padoan per rispondere alla richiesta di informazioni spedita l’altro ieri dal vicepresidente della Commissione con delega all’euro, Valdis Dombrovskis, e dal titolare degli Affari economici, Pierre Moscovici. Il primo risponde all’obiezione che il deficit strutturale (calcolato al netto delle una tantum e del ciclo economico) anziché calare dello 0,6% come vorrebbero gli impegni presi da Roma in virtù delle regole sul risanamento dei conti, aumenta dello 0,1%. Critica che il Tesoro rintuzza spiegando che al netto delle spese per migranti e terremoto, lo strutturale resta fermo all’1,2%, allo stesso livello del 2016. Dunque una distanza appena dello 0,1% rispetto al margine di tolleranza consentito dalle regole europee (0,5%) affinché non scatti la bocciatura e l’apertura di una procedura di infrazione sui conti. A via XX Settembre tuttavia non hanno ancora deciso se far emergere pubblicamente il negoziato con il quale Roma chiede per modificare i criteri con i quali Bruxelles calcola i numeri del bilancio, che secondo il governo sono sfavorevoli all’Italia. Se deciderà di scoprire pubblicamente le carte, il Tesoro scriverà che oltretutto se la Ue usasse la stessa “matrice” di calcolo italiana, il deficit strutturale scenderebbe esattamente di quello 0,1% considerato il minimo irrinunciabile dalla Ue. Sulle circostanze eccezionali dovute a sisma e migranti, il secondo punto nel mirino di Bruxelles, l’Italia darà una risposta politica. Le obiezioni della Ue sono due: sui rifugiati l’Italia non si è limitata a chiedere lo scorporo dal deficit dell’aumento delle spese previsto nel 2017 rispetto al 2016, ma tutte uscite stimate per i migranti; sul sisma il governo chiede lo scorporo non solo dei soldi necessari a ricostruire i comuni spazzati dal sisma del 24 agosto, ma anche quelli per mettere in sicurezza tutto il territorio nazionale. Ebbene, queste due violazioni delle regole concordate da tutti i governi Ue che valgono lo 0,4%, Padoan risponderà affermando che non si tratta di scelte discrezionali o politiche del governo, ma inevitabili, dettate dalle contingenze.
Ieri il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha annunciato che domani vedrà Padoan e ha voluto abbassare i toni per favorire un negoziato capace di arrivare all’intesa affermando che la filosofia non è quella del bastone. Quindi ha invitato a «non drammatizzare la lettera» all’Italia. Renzi è tornato a difendere la Legge di bilancio affermando che «è legittima e regolare» mentre il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha pronosticato che «ci sono tutte le premesse per chiudere (il negoziato con la Ue, ndr) d’amore e d’accordo». E anche il Financial Times ieri ha scritto che sul deficit Renzi «ha ragione» in quanto una sua compressione «ora sarebbe controproducente » dal punto di vista della crescita.
Repubblica – 27 ottobre 2016