Il referendum per l’autonomia? Verrà pagato (anche) con i soldi originariamente destinati agli asili nido e alle scuole materne. A sostenerlo sono i consiglieri del Pd che siedono in commissione Sanità, dove ieri è stata affrontata (e licenziata) la variazione al bilancio depositata la scorsa settimana dal vice governatore Gianluca Forcolin.
«Zaia ancora una volta si rimangia le promesse e anziché recuperare i soldi per le scuole paritarie, stanzia nuovi fondi per un inutile referendum sull’autonomia. Uno scandalo» attaccano i dem Claudio Sinigaglia, Orietta Salemi e Bruno Pigozzo, che spiegano: «Al momento dell’approvazione del bilancio 2016, dopo aver ridotto i contributi per le scuole paritarie dai 42 milioni del 2015 ai 31 milioni del 2016, Zaia promise che avrebbe recuperato i soldi mancanti attraverso successive variazioni di bilancio. Ma, al solito, le cose sono poi andate in un altro modo. Invece di reperire 11 milioni per garantire un servizio fondamentale, il governatore ne stanzia 12 per una consultazione retorica e scontata: basterebbe un semplice sondaggio per capire che tutti voteranno “sì”». I consiglieri del Pd ricordano che in Veneto nidi e scuole per l’infanzia sono per l’80% parrocchiali, danno lavoro a 2 mila insegnanti e accolgono ogni giorno circa 100 mila bambini, rappresentando a tutti gli effetti un servizio pubblico. «Ma la scelta di Zaia è chiara: la propaganda viene prima dell’educazione delle future generazioni, penalizzando un servizio irrinunciabile per la nostra regione. Il presidente preferisce cercare la gloria personale e appuntarsi una medaglietta sul petto con un comportamento irresponsabile e questo nonostante i numerosi allarmi lanciati dalle scuole che rischiano la chiusura, con il licenziamento di centinaia di operatori».
La replica di Palazzo Balbi è affidata proprio a Forcolin, secondo il quale «nessun taglio o limatura verranno apportati alla spesa sociale, ai nidi e alle scuole paritarie del Veneto. La variazione di bilancio proposta va solo a spostare soldi non ancora impegnati e a confermare impegni assunti nel corso dell’anno per la difesa del suolo, la mobilità, lo sviluppo del settore agroalimentare, il diritto allo studio». Il che, però, sembra confermare che il «tesoretto» accantonato quest’anno dalla Regione non sarà utilizzato per rimpinguare il fondo dedicato alle scuole paritarie, settore che non compare tra quelli citati da Forcolin (che, d’altra parte, a fronte di risparmi per 15 milioni, ha ricevuto dai colleghi di giunta richieste per oltre 25 milioni). «Ciò che è importante è che la manovra non taglia un euro dai capitoli riservati a sociale, famiglia, minori e anziani e reimmette nei portafogli dei diversi assessorati una decina di milioni di euro spendibili entro la fine dell’anno». Certo, resta il problema del referendum sull’autonomia da finanziare: «Un impegno assunto da questa amministrazione a cui intendiamo tener fede – conclude il vicegovernatore – dei 12 milioni mancanti (2 milioni erano già stati messi a bilancio, ndr . ) 2 milioni provengono dal fondo di riserva e il resto dal fondo accantonato per le reiscrizioni. Questa sì è una spesa che avremmo potuto risparmiare, se solo il governo avesse accettato la nostra richiesta di election-day».
Intanto, sempre in tema bilancio e dintorni, il governatore della Liguria Giovanni Toti ha fatto sapere che «Liguria, Lombardia e Veneto hanno deciso di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge sul pareggio di bilancio, che limitando le possibilità di indebitamento da parte delle Regioni, blocca gli investimenti» mentre sul fronte della sanità, che com’è noto rappresenta l’80% del bilancio regionale, il Veneto incassa il primo posto nella classifica europea redatta dal Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata: «Un risultato straordinario – commenta il governatore Luca Zaia – e la recente riforma della sanità va esattamente in questa direzione, quella di confermare la nostra leadership».
Marco Bonet – Il Corriere del Veneto – 26 ottobre 2016