La rivoluzione arriva al San Giacomo, il nuovo ospedale è ufficialmente realtà. Lo ha deliberato ieri mattina la giunta regionale, chiamata a votare il via libera dopo il passaggio in Quinta Commissione. Lo sbarco delle sede secondaria dello Iov ed il ridimensionamento della struttura generalista vengono confermati, tuttavia da Palazzo Balbi l’assessore alla Sanità Luca Coletto fa capire che le voci degli ultimi giorni su ripensamenti dell’esecutivo, dopo le richieste del territorio, non erano campate in aria.
«Il documento passato in giunta è in fase di elaborazione – spiega – le cifre ufficiali ci saranno fra qualche giorno, posso già dire che l’impianto della Commissione resta inalterato: verranno però aggiunti posti letto secondo le esigenze espresse. Sono convinto che l’intera area servita dal nosocomio sarà soddisfatta: si va verso una struttura di grande specializzazione, un fiore all’occhiello della sanità, pur mantenendo l’ospedale generalista. Ed è un passaggio importante anche per Padova, che vedrà un avamposto dello Iov a Castelfranco, per evitare fughe di pazienti in Friuli». Quella dei reparti è la partita chiave: Medicina Generale avrà dunque più dei 40 posti letto previsti dalle schede ospedaliere, qualche maggiorazione è prevista anche per Patologia Neonatale e Pediatria. Ma la battaglia a Castelfranco sembra destinata a proseguire. Perché se la risposta della Regione dovrebbe essere linea con quanto chiesto dall’amministrazione comunale, non lo è certamente per il comitato «Difendiamo il nostro ospedale», che con la sua petizione si batte contro il taglio di tutti i 300 posti generalisti: la Quinta Commissione prevedeva la riduzione a 150, ora questa cifra sarà ritoccata al rialzo, ma non tanto da bloccare la protesta del coordinamento, che in appena dieci giorni ha raccolto 1.300 firme ed allargato il malcontento anche agli altri Comuni della Castellana. Resta infine un altro punto di contrasto: l’Istituto Oncologico a Castelfranco non avrà carattere definitivo, così come prevedeva l’accordo con Padova. Ma è una soluzione che, oltre al comitato, non piace nemmeno al Comune.
IL Corriere del Veneto – 23 ottobre 2016