Ennesima puntata, stavolta sotto il profilo legale, dell’annosa vicenda riguardante il nuovo ospedale di Padova. Ieri infatti, con una sentenza firmata dal giudice Maurizio Nicolosi, il Tar ha respinto il ricorso presentato cinque mesi fa da Finanza e Progetti Spa contro Regione, Azienda Ospedaliera e Comune di Padova.
Colpevoli, a detta della compagine controllata a metà dalla Servizi Italia Spa di Parma e dal fondo londinese Lend Lease Cemea Investments, di non aver coinvolto Finanza e Progetti nell’iter che, seppur ancora in alto mare, dovrebbe prima o poi condurre alla collocazione del futuro polo medico sanitario nell’area di Padova Est.
Per comprendere meglio la faccenda, va ricordato che Finanza e Progetti è la società proponente del vecchio project financing di Padova Ovest. Cioè il piano pubblico privato che prevedeva la realizzazione del nuovo ospedale, come già stabilito dal governatore del Veneto Giancarlo Galan e poi dal suo successore Luca Zaia, nella zona di corso Australia, più o meno di fronte allo stadio Euganeo. Un piano però abortito dal sindaco Massimo Bitonci che ha convinto la Regione a cestinare la soluzione di Padova Ovest, evidenziando come l’area fosse ad elevato rischio idraulico e puntando inizialmente sull’ipotesi del cosiddetto nuovo su vecchio. Ovvero sulla costruzione del futuro nosocomio sul sito di quello esistente in via Giustiniani. A quel punto, sempre per riassumere le puntate precedenti di un affaire davvero intricato, Finanza e Progetti ha presentato un primo ricorso al Tar (ottobre 2014), pretendendo che le varie amministrazioni pubbliche coinvolte chiarissero meglio il motivo per cui si era deciso di abbandonare l’area di corso Australia e domandando un risarcimento danni di 150 milioni di euro. Nel frattempo, vista la contrarietà al nuovo su vecchio espressa soprattutto dall’Università, il sindaco Bitonci ha proposto come location alternativa prima la zona di via Corrado (dove ci sono gli impianti del Cus), ritenuta dagli altri enti troppo piccola, e poi appunto quella di San Lazzaro, alle spalle del Net Center e della Kioene Arena. A maggio 2015 però, accogliendo in parte l’istanza di Finanza e Progetti, la sentenza del giudice Bruno Amoroso ha inevitabilmente rallentato l’iter, dato che ha obbligato Regione, Azienda Ospedaliera e Comune a rianalizzare le presunte criticità di Padova Ovest insieme con la compagine italo-britannica. Quindi, dopo un anno di ripetuti incontri tra gli attori in campo, la società difesa dall’avvocato Vittorio Domenichelli ha optato per un secondo ricorso al Tar (maggio 2016), lamentando il fatto che la sentenza Amoroso non fosse stata rispettata, visto che invitava gli enti pubblici a coinvolgere i privati pure nella nuova localizzazione del futuro ospedale. E così si è arrivati a ieri, quando il giudice Nicolosi ha respinto l’istanza di Finanza e Progetti, condannando quest’ultima al pagamento di 4mila euro di spese processuali e rimandando a data da destinarsi il giudizio sul risarcimento danni pari sempre a 150 milioni di euro. «Il Tar – esulta il sindaco Bitonci – ha confermato la legittimità della localizzazione di San Lazzaro e la correttezza delle procedure seguite dal Comune nonché l’ottimo lavoro svolto dalla commissione tecnica regionale guidata dal presidente Zaia». Sulla stessa linea l’avvocato Bruno Barel, legale dell’Azienda Ospedaliera: «Dalla sentenza emergono le ragioni e la fondatezza del metodo adoperato da noi e dalla Regione». Di diverso avviso l’avvocato Domenichelli che rappresenta Finanza e Progetti: «Faremo appello – dice il legale dei privati – Il pronunciamento si basa su un chiaro errore di lettura del nostro ricorso e su uno sconcertante depotenziamento della precedente sentenza del Tar». Alla prossima puntata.
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 21 ottobre 2016