Bene i 2 miliardi in più alla sanità, se saranno confermati. Ma attenzione agli effetti della spending review per i bilanci locali. E un grappolo di richieste che crescono, e altrettanti fari puntati, tra rilancio degli investimenti, stabilizzazione del Fondo nazionale trasporti, partecipazione al recupero dell’evasine fiscale, anche la disapplicazione delle azioni di rivalsa inflitte alle amministrazioni regionali da una sentenza della Corte Ue del 2014 sulla gestione dei rifiuti.
Le Regioni non si esprimono ancora, e come potrebbero senza un testo ufficiale che anche loro affermano di non conoscere, sulla legge di Bilancio 2017. «Aspettiamo i numeri, quelli veri», hanno dichiarato all’unisono ieri i governatori che si riuniranno ancora giovedì prossimo per esprimersi (forse) più compiutamente sulla manovra che il Governo sta ancora confezionando.
Che ci fosse incertezza e massima cautela tra i governatori, ieri era chiaramente palpabile. Ma una cosa, intanto, Stefano Bonaccini, presidente Pd dell’Emilia Romagna e rappresentante dei governatori, ha voluto sottolinearla. «Per la sanità mi pare di poter dire che non ci credeva quasi più nessuno che venissero confermati i due miliardi in più, come avevamo stabilito nell’accordo del Patto per la salute. Potremo attuare politiche indispensabili, come quelle sui farmaci». Un aumento, quello dei fondi per la salute, apprezzato anche da Giovanni Toti (Fi), presidente della Liguria: «Una buona notizia, se sarà confermata, anche se si tratta di risorse vincolate a una serie di spese sanitarie».
Fin qui i giudizi fin da ora positivi, anche se con tutta la cautela del caso. Perché «adesso aspettiamo di vedere i numeri e le carte che arriveranno in Parlamento, quelle definitive», precisa Bonaccini. Sempreché già contengano le richieste che arriveranno da Bruxelles. «Per il momento – aggiunge Toti – abbiamo valutato soltanto delle slide perché il testo non esiste. La valutazione vera si farà quando vedremo nero su bianco i numeri e come sono stati scritti».
Che non tutto possa filare liscio, e che la legge di Bilancio possa nascondere sorprese sgradite, sembra che quasi i governatori lo mettano in conto. E per questo ieri hanno già messo le mani avanti. Perché è anche tra gli aspetti «extra sanitari» della manovra per il 2017 che potrebbero spuntare nuovi tagli. Come le limature, e magari qualcosa in più, che potrebbero arrivare dalla spending review per le amministrazioni regionali. «Nessuno vuole togliersi dalla responsabilità di contribuire alla spending review – precisa ancora Bonaccini – ma dobbiamo evitare che il combinato disposto tra qualche taglio reale e l’impossibilità di spendere risorse per la spesa corrente o per gli investimenti, porti a un fermo nei bilanci problematico». Spiega ancora Toti: «Il vero problema è sul bilancio non sanitario, sui tagli previsti dal piano pluriennale di finanza pubblica. Su questo aspetto la situazione è piuttosto preoccupante e ci riserviamo di approfondire nelle prossime ore con il governo. Altrimenti è veramente difficile chiudere i bilanci».
21 ottobre (Repubblica)