«Si può fare tutto, basta volerlo». Il progetto dell’architetto Francesco Galesso, svelato ieri dal Corriere del Veneto e riguardante il rifacimento dell’attuale ospedale di via Giustiniani nello stesso sito in cui si trova ora, contribuisce prevedibilmente a riaccendere la dialettica politica sul tema sempre caldo del futuro polo medico sanitario.
Il lavoro del professionista padovano formatosi alla scuola del noto urbanista milanese Aldo Rossi, che si muove lungo la strada del nuovo su vecchio percorsa in campagna elettorale dal sindaco Massimo Bitonci e poi abbandonata in favore di quella del nuovo su nuovo nell’area di San Lazzaro, riscuote il giudizio positivo dell’ex assessore comunale di Forza Italia Stefano Grigoletto, in rappresentanza di quei berlusconiani (in testa il commissario cittadino Simone Furlan e i consiglieri a Palazzo Moroni Manuel Bianzale e Carlo Pasqualetto) che continuano a dirsi contrari alla soluzione di Padova Est e che insistono appunto sul tracciato del nuovo su vecchio.
«Il progetto dell’architetto Galesso, che non ho ancora la fortuna di conoscere, dimostra come l’idea di costruire il nuovo ospedale sul sito di quello attuale, avendo davvero la voglia di farlo, sia tranquillamente percorribile – sottolinea Grigoletto, fatto fuori dalla giunta due mesi e mezzo fa proprio per la sua ostilità al nuovo su nuovo di San Lazzaro – D’altronde, basta fare un giro dalle parti di via Giustiniani, è quello che già sta avvenendo da tempo. Infatti, sommando la realizzazione della nuova Pediatria al posto della palazzina di Pneumologia nonché la nuova Anatomia Patologica al Giustinianeo con tutti gli altri interventi ex novo, manutenzioni a parte, effettuati negli ultimi anni, avremo presto il 30% del nuovo ospedale nell’area in cui si trova ora. E a quel punto – conclude Grigoletto – parlare ancora di nuovo su nuovo non avrà più alcun senso».
In proposito, complice pure la crisi che dall’inizio dell’estate sta facendo traballare la maggioranza a Palazzo Moroni, i piani alti di Regione, Azienda Ospedaliera e Università preferiscono non pronunciarsi. E non solo perché, quello di cui stiamo parlando, è un progetto di un privato. Ma soprattutto perché, ormai dalla fine di luglio scorso (termine inizialmente fissato dal direttore generale di via Giustiniani Luciano Flor), sono in attesa che il Comune certifichi la «piena disponibilità» dei terreni di Padova Est, a partire da quelli privati del Consorzio Urbanizzazione Quadrante Nordest gestiti da Unicredit e Monte Paschi Siena. «Quello su nuovo su vecchio o nuovo su nuovo è un dibattito che, sinceramente, non mi appassiona – premette il segretario provinciale del Pd Massimo Bettin – Quello che invece mi preoccupa, e non poco, è il futuro della sanità e della medicina padovana che, per colpa di un sindaco che si è evidentemente cacciato in un vicolo cieco, corre il serio rischio di diventare buio e incerto. Bitonci, che prima o poi dovrà spiegarci chi l’ha portato a scegliere l’area di San Lazzaro, la smetta di scaricare le colpe sulle altre istituzioni – ammonisce il giovane dem – e sblocchi la situazione una volta per tutte. Altrimenti, riconosca il suo fallimento e vada a casa».
Intanto, in merito al progetto dell’architetto Galesso (che ha come caratteristica principale la costruzione di una nuova torre di 15/20 piani alle spalle del Policlinico e del Monoblocco e di una piastra sopraelevata per scavalcare via Giustiniani), dal municipio si limitano a ricordare come il sindaco si sia impuntato non poco sul nuovo su vecchio, come in effetti testimoniato dal verbale del cosiddetto comitato di coordinamento del 28 luglio 2014, ma sia stato poi costretto ad arrendersi di fronte alla contrarietà del Bo.
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 19 ottobre 2016