Curiose coincidenze. Proprio nel giorno (ieri) in cui l’ennesimo tavolo tecnico-istituzionale relativo al nuovo ospedale di Padova Est è stato rinviato a data da destinarsi e le aree sono ancora bloccate per la mancata cessione da parte dei privati al Comune, spunta un progetto inedito sul rifacimento dell’attuale nosocomio di via Giustiniani con la modalità «nuovo su vecchio».
Si tratta di un progetto diverso da quello ipotizzato in campagna elettorale dal sindaco Massimo Bitonci e poi abbandonato (a sua detta per la contrarietà della Regione e dell’Università) in favore della soluzione di San Lazzaro, ma in tempi di tensione tra Lega e Forza Italia (che insiste sull’idea della campagna elettorale del 2014) è destinato a riaprire le discussioni. A firmare l’articolato studio – consultabile sul blog Padova Futura – è l’architetto Francesco Galesso, 58 anni, formatosi alla scuola dell’urbanista milanese Aldo Rossi e oggi vicino ad Urbanmeta (il circuito veneto che ha come obiettivo la diminuzione del consumo di suolo e la rigenerazione dell’esistente).
«Nell’elaborare questo progetto – spiega Galesso – sono partito da una considerazione ovvia: un ospedale non è soltanto un luogo di cura, di studio e di ricerca, ma è anche un luogo di vita e di incontro quotidiano per molte persone. Nel caso di Padova l’ospedale è sempre stato a due passi dal centro storico e tutti noi ci abbiamo fatto l’abitudine. Sotto sotto, la maggior parte dei padovani vorrebbe che restasse lì e che non fosse trasferito lungo una tangenziale come Padova Ovest o alle porte della zona industriale come Padova Est». A sentire Galesso, la realizzazione dell’ospedale al di fuori dal centro storico priverebbe la città di un pezzo importante e condannerebbe quell’area a un futuro incerto dando spazio al degrado «come è avvenuto per l’ex Umberto I di Mestre dopo la costruzione dell’Ospedale dell’Angelo», dice Galesso. La novità più significativa contenuta nel lavoro di Galesso sta nel fatto che l’eventuale ampliamento dell’attuale nosocomio non verrebbe più collocato a Est di via Giustiniani (di fronte all’ex macello di via Cornaro), come avevano ipotizzato gli ex direttori generali dell’Azienda Ospedaliera Gianpaolo Braga e Adriano Cestrone, bensì ad Ovest della stessa, con la realizzazione di una nuova torre di 15/20 piani alle spalle del Policlinico e del Monoblocco e di una piastra sopraelevata con dentro pronto soccorso e sale operatorie e sotto un parcheggio da 1.500 posti auto. In pratica il nuovo ospedale crescerebbe in altezza scavalcando la strada che oggi spezza in due il complesso medico-sanitario. «Così facendo – sottolinea l’architetto – nella parte Est, le cliniche costruite sulle mura potrebbero essere abbattute e gli edifici lungo via San Massimo potrebbero essere ristrutturati e trasformati in quel campus che l’Università ha tanto a cuore». Secondo Galesso, per attuare il suo progetto servirebbero circa 400 milioni di euro, 250 milioni in meno del piano di San Lazzaro. Resta però il nodo dei tempi: i lavori dovrebbero infatti durare non meno di 12 anni, di più di una realizzazione ex novo. «L’ospedale diventerebbe un cantiere per un bel po’ di tempo – ammette Galesso -. Ma è già così a causa delle continue manutenzioni». Tra poco infatti verrà abbattuta la palazzina di Pneumologia per poi ricostruirla e farci la nuova Pediatria e i lavori di ristrutturazione sono continui. A complicare le cose il fatto che l’iter di Padova Est è in stand by perché il Comune non è ancora riuscito a dimostrare alla Regione la «piena disponibilità» dei terreni di San Lazzaro.
Il Corriere del Veneto – 18 ottobre 2016