Luca Fiorin, l’Arena. L’epidemia da «blue tongue», la malattia infettiva dei ruminanti che da qualche settimana si sta manifestando con consistente ripetitività in Veneto, ora è ufficialmente un affare anche veronese. Nonostante nella nostra provincia non sia emerso nessun focolaio di contagio – i casi di presenza del virus registrati a ieri in regione erano in tutto 159, di cui 48 in provincia di Belluno, 85 in quella di Treviso, 24 nel vicentino ed uno nel Padovano – anche il Veronese, al pari dell’intero Veneto, è stato sottoposto alle stesse misure restrittive imposte nelle aree in cui la malattia si è manifestata.
A deciderlo è stata ieri la Direzione generale sanità animale del ministero della Salute, adottando misure urgenti di eradicazione di quella che è nota anche come «lingua blu» o febbre catarrale degli ovini. Una malattia che non colpisce gli uomini ma, venendo trasmessa dalle zanzare comuni, si manifesta principalmente in pecore e capre, provocando percentuali di mortalità che possono essere elevate e, proprio in questa epidemia véneta, si mostra con sintomi evidenti anche nei bovini. Un fatto, quest’ultimo, che crea particolare allarme nel Veronese, dove c’è un’attività di allevamento di bovini importante. Per quanto nella provincia scaligera le misure abbiano solo carattere preventivo, esse comportano comunque situazioni con le quali gli allevatori non sono usi a dover fare i conti. Sulla scorta di un recente richiamo della Commissione europea ad adottare misure più stringenti allo scopo di contenere la diffusione della malattia, il ministero ha stabilito infatti iniziative di polizia veterinaria piuttosto stringenti. L’estensione dell’area infetta è stata portata da 4 a 20 chilometri di raggio, con un’area tampone di ulteriori venti chilometri, e Unterò territorio véneto è stato sottoposto a restrizioni specifiche. Questo significa che ora tutte le aziende di vacche da latte saranno poste sotto controllo, con controlli del latte che verranno ripetuti ogni quindici giorni, e che, in caso di positività, dovranno essere effettuate analisi del sangue a tutte le mucche m lattazione presenti nell’allevamento. Non è invece ancora noto come ci si dovrà comportare per quanto riguarda la movimentazione dei vitelli ballotti, quelli che hanno pochi giorni di vita, presenti nelle aree di restrizione. Per questo, così come per quanto riguarda la durata delle misure deBa stessa restrizione, la Regione sta attendendo una spiegazione dal parte del ministero.
L’Arena – 16 ottobre 2016