La manovra che arriverà sabato sul tavolo del Consiglio dei ministri al momento raggiunge quota 24,5 miliardi e poggia su tre pilastri: l’annunciato blocco delle clausole di salvaguardia, che da solo vale 15,1 miliardi, il pacchetto su investimenti e competitività che pesa 4,2 miliardi, le misure sociali e quelle su pensioni, lotta alla povertà e contratto degli statali per 3,1 miliardi.
Al pacchetto si aggiungono 2 miliardi di effetto trascinamento delle misure già adottate con l’ultima legge di Stabilità. Per coprire il tutto, il Governo conta prima di tutto su 8,5 miliardi di nuove entrate fiscali: oltre 5,8 miliardi saranno «permanenti» e arriveranno principalmente dalla lotta all’evasione Iva e da una stretta sull’aiuto alla crescita economica (Ace); gli altri 2,6 miliardi sono one shot e sono attesi dalla replica della voluntary disclosure, dai giochi e dalla riapertura dell’assegnazione agevolata e dalle rivalutazioni di terreni e partecipazioni. A chiudere i conti interviene poi un extradeficit che potrà arrivare fino a quota 13,3 miliardi: una parte è legata alla decisione di salire al 2% nel rapporto deficit/Pil, vale a dire quattro decimali sopra il tendenziale a politiche invariate, e l’altra, equivalente, è quella da “contrattare” in Europa.
I numeri guida della legge di Bilancio 2017 sono stati ufficializzati ieri sera dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nell’audizione-bis alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Il nuovo intervento del titolare dell’Economia è nato dall’esigenza di rispondere alle obiezioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio (si veda anche l’altro articolo in pagina). Ma, come anticipato nei giorni scorsi, il Governo ha deciso di tenere il punto, confermando che secondo i suoi calcoli la crescita dell’1% è raggiungibile con un deficit/Pil al 2 per cento. Quello che separa i numeri del governo da quelli dell’Upb, secondo il giudizio di Padoan, è «uno scarto contenuto, che a noi sembra non significativo anche in termini statistici alla luce di diverse considerazioni».
Le «considerazioni» svolte dal ministro si traducono nei numeri delle misure e del loro effetto sulla crescita calcolato a Via XX Settembre. Il compito principale per realizzare con la manovra la crescita aggiuntiva di quattro decimali di Pil prevista dal Governo è affidato al blocco degli aumenti Iva, che da solo dovrebbe produrre lo 0,3% di prodotto in più. Si tratta, secondo Padoan, di una stima «prudente anche alla luce delle esperienze del passato e della fondata ipotesi che le aspettative scontino la non attuazione dell’aumento Iva». Tradotto, significa che lo stop alle aliquote dovrebbe aiutare i consumi, e quindi la crescita. Le misure «pro-Pil» in arrivo con la manovra, però, puntano anche al rilancio degli investimenti in infrastrutture, edilizia scolastica e interventi antisismici (+0,2% di Pil secondo il Governo) e alla competitività delle imprese attraverso il pacchetto Industria 4.0 (+0,1%). Anche le misure su welfare, previdenza e statali, infine, sono chiamate a offrire un decimale in più.
Nel conto entrano però gli effetti “recessivi” della spending review, anche se limitata secondo la tabella a poco più di 2,6 miliardi (-0,2 punti di Pil) e le nuove entrate fiscali (-0,1%). Da questo dare-avere si arriva all’obiettivo ufficiale della crescita di un punto.
Fin qui le cifre che sono state definite finora, e che sono state inviate nei giorni scorsi all’Ufficio parlamentare di bilancio. Da qui a sabato, quando il Governo varerà la legge di Bilancio, può ancora cambiare qualcosa. «La composizione della manovra e quindi alcuni suoi effetti – conferma il titolare dell’Economia – sono ancora passibili di variazione».
Il dato certo, però, è che la strategia del Governo passa anche per la quota di deficit aggiuntivo, fino allo 0,4%, che l’Italia ha intenzione di chiedere in Europa per fronteggiare le spese legate al sisma di agosto e al fenomeno migranti. Ad autorizzare questa partita europea di Palazzo Chigi sarà la risoluzione collegata alla nota di aggiornamento al Def che sarà oggi al voto del Parlamento. Terremoto e immigrazione, ha ribadito ieri Padoan, «sono circostanze eccezionali che richiedono interventi eccezionali».
Marco Rogari e Gianni Trovati Il Sole 24 Ore – 12 ottobre 2016