Dopo la crisi di un anno fa, il prezzo del latte in Europa ha ripreso a crescere, con punte a due cifre sul mercato spot, quello cioè fuori contratto. A sostenere i listini la crescita della domanda in Asia e in Cina in particolare, oltre al naturale calo estivo della produzione in Europa, che a fine luglio ha contabilizzato 113mila tonnellate in meno rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, anche se «si sta rientrando dai livelli di quasi dodici mesi fa – spiega Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte – è ormai evidente che con la fine del sistema delle quote, in Europa il mercato del latte sarà sempre più caratterizzato da una elevata volatilità e sempre più ancorato agli andamenti della domanda mondiale. In questo la sfida, come industria italiana di trasformazione, è la continua valorizzazione dei nostri prodotti lattiero caseari sui mercati internazionali».
Non per nulla l’industria di trasformazione guarda con interese crescente a strumenti alternativi per la commercializzazione dei prodotti lattierocaseari, in primis l’e-commerce. Come spiega Cosimo Finzi di Astra Ricerche, secondo cui la vendita online di formaggi e derivati interessa una fascia crescente di consumatori. Soprattutto quando si cercano prodotti non abitualmente rintracciabili nei punti vendita, prodotti di nicchia o molto territoriali.
Da una analisi realizzata in collaborazione con lo studio A-Tono, emerge che già oggi poco meno della metà dei consumatori che utilizzano e-commerce, acquista anche formaggi, il 29,6% yogurt e il 26,3% latte a lunga conservazione. Percentuali che aumentano misurando l’intezione di acquisto: quasi al 60% per i formaggi, al 37,7% per lo yogurt e al 32,2% per il latte a lunga conservazione. C’è quindi un elevato potenziale di crescita per la vendita online di lattiero caseari, nonostante sia ancora alto il timore dei consumatori per il trasporto e la conservazione di prodotti freschi e per la possibilità di poter assaggiare, toccare la merce prima dell’acquisto.
Interessante l’analisi dei canali di vendita, dove il supermercato che consegna a casa rimane (46,3%) la scelta principale dei consumatori, seguito al 41,3% dal negozioo dalla catena dedicata ai latticini. Al terzo posto (38,1%) la marca o l’azienda produttrice che fa e-commerce tramite il proprio sito.
«La novità di questa analisi – commenta Cosimo Finzi – non sta nel fatto che i consumatori cerchino la comodità e la convenienza nell’acquisto, fattori ormai dati per assodati, ma la possibilità di trovare prodotti particolari, difficili da reperire o produzioni innovative che non sono ancora nel mercato del largo consumo. Anche questa è una chiave per il successo di domani».
Roberto Iotti – Il Sole 24 Ore – 11 ottobre 2016