Il crollo della diffusione dei vaccini in Veneto arriva sul tavolo del ministro Beatrice Lorenzin. Ieri il dossier contenente i dati sul monitoraggio della sospensione dell’obbligo vaccinale è stato sottoposto all’attenzione della titolare della Salute, che già domani potrebbe prendere ufficialmente posizione su una questione che da sanitaria è ormai diventata anche politica.
Sempre all’inizio della prossima settimana, infatti, il Partito Democratico presenterà in consiglio regionale un progetto di legge sull’abrogazione della norma che nel 2007 ha reso libera la scelta dei genitori se immunizzare o meno, contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B, i bimbi nati a partire dal 2008.
Dallo staff del ministro Lorenzin trapela «molta preoccupazione» per i numeri che indicano un netto calo non soltanto per le quattro ex vaccinazioni obbligatorie (scese in un decennio da 97,5-97,7% a 90,8-91,3%), ma anche per quelle raccomandate, come pertosse (da 97,2 a 91,3%), Hib-Haemophilus influenzae di tipo b (da 96,6 a 90,6%), morbillo (da 92,7 a 87,1%).Questo in termini medi, dopodiché sul territorio regionale la situazione è variegata, registrando picchi di dissenso informato che nell’Usl 3 di Bassano del Grappa raggiungono quota 9,7%.
Di fronte a questo quadro il Pd rilancia: dopo l’interrogazione al governatore Luca Zaia, firmata insieme al gruppo Alessandra Moretti Presidente, la forza di opposizione annuncia il deposito di un’iniziativa legislativa. «Un testo molto snello — anticipa il consigliere Claudio Sinigaglia — un solo articolo per dire che è abrogata la legge 7 del 2007. Bisogna assolutamente fermare questa tendenza allarmante alla mancata vaccinazione, un problema che evidentemente non può essere risolto da una campagna pubblicitaria di sensibilizzazione, visto che malgrado questi sforzi la diminuzione continua. Magari possiamo pensare a deroghe a fronte di determinate patologie, ma dobbiamo mandare il messaggio che il vaccino è un dovere. Su questo cercheremo un consenso trasversale». Plaude la deputata dem Daniela Sbrollini, vicepresidente della commissione Affari Sociali di Montecitorio: «L’obbligatorietà è la strada migliore».
A palazzo Ferro Fini la discussione è aperta. «Devo ancora confrontarmi con il resto del mio gruppo — dice Alberto Villanova (Zaia Presidente) — ma sto elaborando una proposta che non prevede solo il ripristino dell’obbligo, che da solo non basta, ma anche una presa di posizione forte nei confronti del medici che sconsigliano i vaccini,sostenendo tesi che non hanno alcuna base scientifica e che vanno contro le linee guida dell’Oms. Personalmente sono quindi per la reintroduzione dell’obbligo, sia per la mia formazione professionale (è odontoiatra, ndr. ), sia per la mia esperienza di padre, dato che a mia figlia di 2 anni ho fatto fare tutti i vaccini».Racconta di aver aderito alla somministrazione anche Andrea Bassi (Lista Tosi), papà di un bimbo di 8 mesi. «Ma mi metto anche nei panni di quei genitori che hanno convinzioni diverse dalle mie — afferma — e quindi credo che vada trovato un punto di mediazione fra la tutela della salute dei nostri figli e la libertà di scelta delle famiglie. Per esempio potremmo pensare ad un ritorno all’obbligo per alcuni vaccini, lasciando gli altri facoltativi, ma devono essere gli esperti a dirci quali». Per questo il Movimento 5 Stelle chiede che la seduta della commissione Sanità, annunciata dal presidente Fabrizio Boron, sia dedicata all’audizione di luminari in materia. «Il tema è talmente delicato — sottolinea il capogruppo Jacopo Berti — che la politica deve fare un passo indietro, lasciando che siano gli esperti ad esprimere le valutazioni scientifiche e riservandosi una decisione solo alla luce di quelle informazioni. La questione richiede obiettività di analisi, non azioni compiute sull’onda dell’emotività».
Dal fronte dei tecnici, venerdì a Verona la direzione Prevenzione della Regione ha fatto il punto sul decennio di sospensione dell’obbligo, arrivando alla conclusione che il recupero della copertura vaccinale va cercato con una strategia multipla, come spiega Francesca Russo, presidente della commissione vaccini: «Rafforzare la collaborazione con i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale. Segnalare ai rispettivi ordini e collegi professionali gli operatori sanitari che sconsigliano le vaccinazioni. Coinvolgere i sindaci, quali autorità sanitaria locale, per graduare l’accesso a nidi e scuole dell’infanzia dei bambini non vaccinati».
Angela Pederiva – Il Corriere del Veneto – 9 ottobre 2016