Troppo forte il bombardamento dei Comitati del «no». Al punto che, per contrastarne il dilagare, il ministero della Salute ha schierato la campionessa di scherma Bebe Vio, nuovo testimonial del vaccino contro la meningite. Un estremo baluardo al crollo del ricorso all’unica difesa contro malattie pandemiche e mortali, che si riscontra anche in Veneto, nel 2008 prima regione ad abolire l’obbligo vaccinale. Il report 2015 redatto per Palazzo Balbi dai dirigenti Filippo Da Re e Francesca Russo indica infatti un ulteriore calo della copertura vaccinale dopo il -2,5% riscontrato l’anno precedente, con relativo crollo della percentuale totale dei piccoli immunizzati dal 95%,5, soglia di sicurezza, al 93%.
Limite ritoccato al ribasso di altri due punti per i piccoli classe 2013 relativamente alle sei ex vaccinazioni obbligatorie, con gli acuti riferiti alla sola poliomelite del -3,3% nell’Usl 2 di Feltre e del -5,8% nell’Usl 14 di Chioggia. Il dossier parla di una media regionale di copertura pari al: 91,3% per poliomelite, difterite-tetano e pertosse; 90,8% per l’epatite B; 90,6% per l’Haemophilus influenzae di tipo b; 87% per il morbillo, che rappresenta la vera emergenza. La soglia di allarme per questa malattia è l’85%.
Bassa anche la prevenzione di parotite (87%), rosolia (87,1%), varicella (84%), meningococco di tipo C (90,5%) e pneumococco (84,6%). «Cinque aziende sanitarie — si legge nel report — riportano livelli di copertura vaccinale inferiori al 90% (Bassano, Thiene, Vicenza, Asolo e Chioggia ndr ), mentre solo una è sopra il 95% (Legnago, con il 97%,ndr ). Le province di Belluno e Venezia hanno le coperture più alte, Vicenza (terra natale dei Comitati del no, ndr ) le più basse. Più della metà dei bambini non vaccinati sono figli di genitori che hanno espresso il loro rifiuto». Per la poliomelite, in particolare, si è passati dal -1,5% per i neonati del 2003 al -6,4% per la coorte del 2013. E poi ci sono i genitori indecisi, che ritardano la somministrazione a quando il bambino sarà più grande. «Sono soggetti recuperabili — sostengono i due autori della relazione, inviata al ministero della Salute — è necessario un lavoro di informazione e motivazione. L’alta percentuale di inadempimenti rende ormai difficile il raggiungimento dell’obiettivo del 95% di copertura vaccinale ed è sempre più difficile, per gli operatori, promuoverla».
Da qui la decisione della giunta Zaia di studiare nuove campagne di sensibilizzazione, con la collaborazione di pediatri di libera scelta e medici di famiglia. Il 5 ottobre, inoltre, è previsto un incontro fra le Regioni e il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che non esclude la possibilità di reintrodurre l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione dei bimbi al Nido. L’Emilia ha già predisposto una delibera a tema, che Marche e Toscana pensano di copiare. «Il quadro è molto grave — avverte il professor Giorgio Palù, presidente della Società italiana di virologia — siamo sotto il livello di sicurezza ma la gente non ha la percezione del rischio. Anche perchè ci sono medici che ai loro pazienti continuano a dire: puoi anche fare a meno del vaccino. Follia, peccato sia rientrata l’idea del ministero di farli radiare dall’albo. E poi c’è l’enorme influenza delle organizzazioni contro i vaccini, di cui non si è tenuto abbastanza conto e alla quale nemmeno il Veneto ha concesso la giusta considerazione, quando ha deciso di abolire l’obbligo vaccinale. Il risultato — chiude Palù — è che in Europa stanno ricomparendo malattie ormai debellate, come la polio, la difterite, la pertosse». Ma perchè sempre più famiglie credono ai «Comitati del no», invece che alla scienza? «Perchè i vaccini sono comparsi quando ormai le malattie che dovevano prevenire stavano scomparendo — spiega Ferdinando Donolato, presidente del Coordinamento regionale veneto per la libertà delle vaccinazioni —. Li producono solo per arricchire le industrie farmaceutiche e invece di far bene fanno ammalare i bambini. Solo in Veneto centinaia di piccoli hanno riportato danni dopo la somministrazione, anche letali. In questo momento stiamo fornendo assistenza medico-legale gratuita a trenta famiglie. Il crollo della copertura vaccinale è un’ottima notizia, significa che finalmente la gente si sta informando. E svegliando».
Secondo i dati di «Canale Verde», altro braccio operativo della Regione, dal 1993 al 2015 su 31.982.061 dosi somministrate in Veneto sono emerse 533 reazioni gravi, «nella maggior parte guarite completamente». «I pazienti che hanno presentato conseguenze a distanza sono 17 e in 22 anni di osservazione non sono stati segnalati decessi correlabili». «I vaccini sono sicuri, dobbiamo fare fronte comune per combattere la pericolosa disinformazione — esorta Franco Pisetta, segretario di Fimp (pediatri) Veneto —. E bene fa l’Ordine dei medici a sanzionare i colleghi che li sconsigliano, sulla pelle dei bambini. Bisogna formare pure i camici bianchi». E insistere perchè si vaccinino contro l’influenza, lo scorso inverno causa di 40 morti nel Veneto. La Regione ne ha già acquistato 1 milione di dosi da distribuire alle Usl.
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 2 ottobre 2016