L’infinita querelle del nuovo ospedale continua a monopolizzare il dibattito cittadino. A partire da oggi però, a meno di ulteriori rinvii o colpi di scena, le parole dovrebbero tramutarsi in fatti e quindi certificare nero su bianco che il futuro polo medico sanitario si farà a Padova Est, nell’area pubblico-privata di circa mezzo milione di metri quadri alle spalle del Net Center e della Kioene Arena scelta dal sindaco Massimo Bitonci dopo la cancellazione di Padova Ovest, dopo la soluzione fallita del cosiddetto nuovo su vecchio e dopo l’indicazione di via Corrado (con l’ipotesi di realizzare il nuovo policlinico al posto degli impianti del Cus).
Questa mattina, per individuare definitivamente la collocazione dell’opera nell’area di San Lazzaro si terrà quella che è annunciata come l’ultima riunione tecnica di Regione, Azienda Ospedaliera, Iov, Comune, Università e Provincia. Il tavolo avrà il compito di stilare la versione conclusiva dell’accordo di programma che poi (ancora non è chiaro con che modalità e tempistiche) dovrebbe essere sottoscritto da tutti gli enti pubblici coinvolti nella partita. Sulla carta infatti, il nuovo ospedale risulta ancora formalmente posizionato a Padova Ovest, mentre Padova Est possiede ancora una destinazione mista commerciale/residenziale. Ecco perché, per trasferire l’opera nell’area di San Lazzaro delimitata dai binari ferroviari, da via Maroncelli, da via San Marco e dall’inizio della Statale del Santo, è necessaria un’apposita variante urbanistica che, come più volte sostenuto dal sindaco Bitonci e dal presidente della Regione Luca Zaia, sarà contenuta nell’accordo di programma citato sopra. Bene, ma il documento in questione approderà nelle aule consiliari di Comune e Provincia prima o dopo essere stato sottoscritto dai vari enti? Per intenderci, i consigli di Palazzo Moroni e Palazzo Santo Stefano, dove esistono maggioranze diverse e per nulla concordi sull’argomento, potranno discutere e dunque eventualmente anche bocciare il testo individuato dal tavolo tecnico di oggi oppure dovranno limitarsi a ratificare un’intesa già raggiunta sopra le loro teste? In proposito, lo stesso articolo 32 della legge regionale 35 del 2001, proprio quella che regola gli accordi di programma, sembra aprirsi a differenti interpretazioni («L’accordo consiste nel consenso unanime dei soggetti interessati, autorizzati a norma dei rispettivi ordinamenti in ordine alla natura e ai contenuti dell’accordo stesso») e ogni parte lo interpreta a suo vantaggio. «Se Bitonci è convinto di avere i numeri – insiste il consigliere comunale del Pd Massimo Bettin – porti in aula la bozza e si faccia dare il mandato per firmare l’accordo». L’invito di Bettin per il momento è stato colto dal presidente della Provincia Enoch Soranzo, più che mai critico sulla soluzione di Padova Est (a cominciare dai problemi di viabilità che essa comporterebbe) e persuaso che l’area migliore sia quella dell’aeroporto Allegri, che comunque pare intenzionato a portare la bozza dell’accordo di fronte ai consiglieri.
Nel frattempo, tra i democratici, vanno registrate le due opposte vedute dell’onorevole Alessandro Naccarato («Padova Ovest non esiste più e San Lazzaro è un pretesto per consentire un’operazione speculativa. A questo punto è meglio realizzare il nuovo su vecchio») e dell’ex sindaco Flavio Zanonato («Le parole di Naccarato fotografano quello che sta avvenendo, nel senso che l’ospedale a Padova Est non si farà mai, semplicemente perché non ci sono i soldi, e che quello esistente è oggetto di continue e costosissime manutenzioni. Però quella di arrendersi e di accontentarsi del nuovo su vecchio, che poi era la strada indicata dallo stesso Bitonci in campagna elettorale, mi pare una logica rinunciataria»). Di certo l’intrico e le polemiche non piacciono all’università che sul tema interviene con il rettore Rosario Rizzuto: «Non sono un appassionato di urbanistica e le polemiche politiche non mi interessano. Quello che preme all’Università è realizzare un nuovo ospedale moderno ed efficiente». Intanto, domani, il Tar dovrebbe pronunciarsi sul ricorso presentato da Finanza e Progetti Spa, cioè la compagine proponente del vecchio project financing di Padova Ovest che pretende, pena un risarcimento danni di circa 150 milioni di euro, di rientrare nella partita. Ma questa è un’altra storia. O forse no.
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 27 settembre 2016