Sorride il turismo, boom di prenotazioni negli hotel del mare. E i negozi prolungano le svendite estive. Ci avrà messo un po’ a ingranare ma adesso sembra non volersene più andare. E’ l’estate più lunga dal 1987. «Nel settembre di quell’anno ci fu un’intensa ondata di calore africano — ricorda Edoardo Ferrara, meteorologo di 3bmeteo.com — durò almeno una settimana, fra il 13 e il 20, con temperature che raggiunsero picchi di 34-35 gradi.
Temperature con acuti tipici di luglio che stiamo riscontrando anche adesso, ma per un periodo più prolungato e con l’attesa di una prossima settimana con il termometro in salita fino ai 33 gradi. Il caldo dovrebbe protrarsi fino al 15 del mese, per poi cedere il passo a una depressione che porterà un po’ di fresco intorno al 18».
Ma al momento il Veneto è una delle regioni più roventi d’Italia e gli operatori turistici cercano di approfittarne. La stagione si allunga sia al mare sia in montagna, come testimoniano i dati del Ciset, il Centro internazionale di studi sull’Economia turistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che indicano un aumento di vacanzieri stranieri (+1,8% di arrivi e +1,6% di presenze) e pure italiani (+2% di arrivi e +1,5% di presenze) rispetto al medesimo periodo del 2015. Lo stesso risultato emerge dal dossier della Regione, che nei primi otto mesi dell’anno evidenzia un +1,3% di arrivi (10.828.000 visitatori) e un +2,6% di presenze (38.609.000). In particolare emergono il +6,4% di presenze in montagna, il +4,6% alle terme e il +5,8% sul lago di Garda. Seguono il +3,2% delle città d’arte e il +0,2% del mare. «Per le località balneari le maggiori speranze sono riposte nell’ottimo mese di settembre — spiega Marco Michielli, presidente regionale di Confturismo e Federalberghi — confido ci restituirà un risultato finale migliore di quello che stiamo vedendo».
Anche il commercio si adegua. Difficile proporre la nuova collezione autunno-inverno: ma chi ha voglia di andare a comprarsi il cappotto, il piumino, le maglie o gli stivali con 30 gradi? E’ fastidioso solo provarli. E allora la strategia adottata dai negozi è di prolungare i saldi. Le svendite ufficiali si sono concluse il 31 agosto ma la legge consente agli esercenti di praticare ribassi tutto l’anno, basta non esporre la scritta «Saldi». E così la maggioranza delle vetrine ospita ancora i capi estivi, da camicie, vestitini e polo da uomo a sandali e costumi di bagno, passando per moda bimbo, oggettistica di stagione e tessile per la casa, tutti rigorosamente contrassegnati con i cartellini ribassati. Più di qualche punto vendita ha lasciato le grandi vetrofanie con la percentuale di sconto (30%, 40% e 50%) scritta in rosso e a caratteri cubitali. Basta fare un giro nei centri storici per accorgersene. A Padova, per esempio, è un tripudio di occasioni. Negozi di scarpe, abbigliamento uomo e donna, bambino, intimo, casalinghi, perfino vivai, profumerie e farmacie svendono ancora. E gli «apripista» della nuova collezione sulla vetrina espongono avvisi che rimandano ai saldi interni. E’ il caso di «Dani» abbigliamento, che esaurisce la merce estiva a 6,95 euro a capo, e di «Chic&Pop», dove invece giacche, pantaloni, abitini, t-shirt, maglioncini di cotone e giubbini si pagano tutti 5 euro.
Per non essere da meno, Coin e La Rinascente, già proiettati verso il freddo, «tagliano» i cartellini del «nuovo» del 20%. Un tripudio di occasioni. «Per forza — commenta Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto — se gli esercizi vogliono sopravvivere devono adeguarsi a qualsiasi novità, anche meteo. Il commercio non può più restare legato ai vecchi schemi, ossia: vendo merce di stagione. Ormai l’invernale va via solo quando arriva il freddo, prima la gente o si tiene quello che ha oppure va a caccia delle ultime occasioni, di solito molto interessanti perchè legate a ribassi fino all’80%. Insomma, se si vuole far quadrare il bilancio bisogna reinventarsi: se il termometro non ci aiuta, rilanciamo costumi, sandali e abiti leggeri, piuttosto di pellicce o sciarpe e guanti. Ripresa non ce n’è — chiude Zanon — per restare a galla è necessario sapersi riposizionare sul mercato».
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 11 settembre 2016