Da nicchia produttiva a fenomeno di massa. Con incrementi annui anche a due cifre che sembrano non conoscere sosta. L’agricoltura biologica, in base alle ultime elaborazioni del Sistema informativo (Sinab) del ministero delle Politiche agricole, nel 2015 ha registrato la presenza di 59.959 operatori certificati, l’8,2% in più rispetto al 2014.
La superficie coltivata è arrivata a sfiorare 1,5 milioni di ettari (+7,5%); gli animali da reddito sono aumentati di quasi il 20%, con oltre 266mila capi allevati. E gli italiani che consumano prodotti bio almeno una volta la settimana sono più di 13 milioni: quasi il 22% della popolazione residente, che nel primo semestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo 2015, ha contribuito a incrementare del 20,6% le vendite di alimentari nella Gdo (dati Ismea-Nielsen e Gfk Eurisko). Con punte in valore del 43% per vini e spumanti, del 30% per le carni, del 23% per i derivati dei cereali, ma anche di quasi il 19% per la frutta e del 15% per gli ortaggi. Tutto questo dopo il +18,5% messo a segno nel 2015. «In Italia ormai è coltivato a biologico oltre un ettaro su dieci – conferma il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina – un dato che rafforza la sostenibilità del nostro modello agricolo e che puntiamo a rafforzare sempre di più. Per questo sono previsti investimenti per oltre 1,5 miliardi, insieme alle regioni».
Intanto le modalità commerciali sono sempre più diversificate. Il Rapporto Bio Bank 2016 indica in particolare il balzo del 71%, tra il 2011 e il 2015, degli operatori del canale e-commerce, passati da 167 a 286. In forte aumento (+69%) anche le attività nei ristoranti, saliti da 267 a 450. A seguire, negozi (1.395, +15%), aziende con vendita diretta (2.878, 14%), agriturismi (1.527, +13%). E poi le mense scolastiche (+12%), i mercatini (+4%) e i gruppi di acquisto (+2%). Un mercato in espansione che va gestito. «La fiducia dei consumatori va ripagata anche dando certezza sui prodotti. Per questo – aggiunge Martina – portiamo avanti controlli sistematici contro il finto biologico. Nel 2015 abbiamo fatto oltre 2mila verifiche su più di 1.600 operatori. E grazie a questo lavoro investigativo abbiamo sequestrato prodotti contraffatti per due milioni di euro».
Poi c’è il rovescio della medaglia. Perché l’offerta di prodotti bio sul mercato interno non copre la domanda, tanto che sono oltre 350 le aziende italiane autorizzate a importare da paesi extra-Ue. Con 47 «new entry» che hanno ottenuto il lasciapassare nel 2016. «La verità è che i dati di crescita fotografano un quadro del settore che non è più reale – avverte il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla – In Italia ci sono alcune regioni dove la crescita di aziende bio è ormai fuori controllo: in Puglia sono passate da 6mila a 10mila, e anche le superfici sono praticamente raddoppiate. L’Emilia Romagna registra incrementi del 30% e i fondi destinati al settore dal Programma di sviluppo rurale non bastano più».
Questioni che saranno sotto i riflettori anche alla 28esima edizione del Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna che apre il 9 settembre.
Massimo Agostini – Il Sole 24 Ore – 3 settembre 2016