Crescono le adesioni alla previdenza complementare. Nei primi sei mesi dell’anno, secondo quanto riferisce la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip), gli iscritti hanno sfondato la soglia dei 7,5 milioni di lavoratori che, al netto delle uscite, fanno segnare un incremento di circa 280.000 unità (+3,9%). Risultati interessanti nei primi sei mesi dell’anno anche sul fronte dei rendimenti medi aggregati che nei fondi negoziali, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, si sono attestati all’1 per cento a fronte di una rivalutazione netta del Tfr dello 0,6 per cento.
A dare la spinta alle adesioni ai fondi negoziali (+4,6% ora a quota 2.529.460 iscritti) è stato il Fondo Prevedi, dei lavoratori edili dell’industria e dell’artigianato, per il quale è scattato un meccanismo di adesione automatica di tipo contrattuale. Ma anche il Fondo Perseo Sirio, cui aderiscono i lavoratori pubblici e del comparto Sanità, «ha registrato un incremento significativo delle adesioni» fa sapere la Covip.
Gli iscritti ai fondi aperti sono aumentati invece di 50.000 unità (4,5%) per un totale a fine giugno di circa 1,2 milioni. E in aumento risultano anche le adesioni alle forme pensionistiche individuali realizzate attraverso contratti di assicurazione:?per i Pip “nuovi” le adesioni sono arrivate a fine giugno a 2,714 milioni, circa 120.000 unità in più (4,6 per cento) nei primi sei mesi del 2016, «confermando i segnali di rallentamento del trend di crescita già osservati nel 2015» si legge nella nota Covip. Guardando ai rendimenti, nei fondi aperti e nei Pip “nuovi” di ramo III, caratterizzati in media da una maggiore esposizione ai titoli di capitale, i rendimenti medi aggregati sono stati negativi: rispettivamente, -0,4 e -2,1 per cento. A livello di tipologia di linea di investimento, solo i comparti obbligazionari e garantiti hanno conseguito risultati positivi. «I risultati delle forme pensionistiche complementari – annota la Covip – hanno risentito dell’andamento contrastato dei mercati finanziari nel corso del primo semestre dell’anno. Le turbolenze hanno interessato soprattutto i titoli azionari; non ne hanno risentito i corsi obbligazionari, continuando a beneficiare dell’orientamento espansivo delle politiche monetarie adottate dalle banche centrali».
Riguardo alle risorse complessive in gestione, secondo le ultime statistiche Covip a fine giugno il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche complementari si è attestato a 143,7 miliardi di euro, in aumento di 2,6 punti percentuali rispetto alla fine del 2015. Le risorse dei fondi negoziali ammontano a 44,1 miliardi, in crescita del 3,6%. I Pip “nuovi” dispongono di un patrimonio di 21,6 miliardi e i fondi aperti di 16 miliardi; l’incremento dall’inizio dell’anno è stato, rispettivamente, del 7,6 e del 3,6 per cento.
La previdenza complementare verrà sicuramente toccata dalle misure previdenziali in cantiere. Si prevede infatti la possibilità di finanziare l’accesso al pensionamento anticipato (Ape) con la Rendita integrativa temporanea anticipata erogata dai fondi pensione aziendali o contrattuali (la cosiddetta Rita), una soluzione che, almeno sulla carta, appare più vantaggiosa per il lavoratore rispetto al finanziamento bancario. Questo strumento potrebbe però estendersi anche alle aziende che, a fronte di piano di ristrutturazione, dovessero proporre ai propri dipendenti un accesso all’Ape. L’ipotesi allo studio prevede che, anziché pagare direttamente l’anticipo al lavoratore, la stessa quota venga girata al suo fondo pensione. In questo caso per il lavoratore ne beneficerebbe direttamente, visto il differenziale di abbattimento fiscale: le prestazioni pensionistiche complementari erogate in forma di capitale sono tassate al massimo al 15 per cento.
Il Sole 24 ore – 9 agosto 2016