Francesca Schianchi. Ministro Madia, pensa che la nuova norma sui furbetti del cartellino funzionerà da deterrente? «Penso che stia già funzionando da deterrente: rispetto ad alcune situazioni che si sono verificate, solo il fatto di parlarne mi sembra che abbia aiutato ad accelerare le procedure». Lei in realtà ha sempre detto che già si potevano licenziare gli statali per casi come questi: cosa cambia?
«Cambia che prima era molto complicato, con tempi lunghissimi. Ed è un problema di tutti i procedimenti disciplinari della Pa, dove addirittura un vizio formale può compromettere l’esito della procedura. Ora la sospensione scatta in 48 ore e il licenziamento arriva entro un mese».
In quali casi si rischia il licenziamento?
«Nel caso esistano prove schiaccianti, come una documentazione foto-video: il dipendente pubblico di Sanremo che timbra in mutande, per capirci».
Ma non interviene invece in casi come la malattia di massa dei vigili romani a Capodanno, giusto?
«A casi così stiamo lavorando nel Testo unico del pubblico impiego, che contiamo di presentare entro l’anno».
E come interverrete?
«Stiamo lavorando a norme specifiche contro le assenze di massa e sulle assenze reiterate nello stesso giorno, spesso il lunedì o il venerdì. E poi cercheremo di semplificare, e di evitare che vizi formali possano prevalere sul merito».
Confindustria chiede di togliere l’art. 18 anche per i dipendenti pubblici come per i privati, voi dite no. Non le sembra una disuguaglianza?
«Come dimostra questo decreto, non è che nella Pa non si può licenziare: anzi, dobbiamo essere anche più duri. Ma se applicassimo le regole del privato nel pubblico, il licenziamento ingiustificato di un medico o di un insegnante sarebbe indennizzato con i soldi di tutti. Un imprenditore privato usa soldi suoi, ma nel pubblico chi ha diritto di licenziare dando indennità coi soldi pubblici?».
Dovete cominciare anche la contrattazione per sbloccare gli stipendi dei dipendenti pubblici: l’aumento ci sarà solo per i redditi più bassi?
«Abbiamo alle spalle una crisi molto dura, penso che occorra sostenere di più chi ha guadagnato meno. Chi guadagna 200mila euro può aspettare».
Qual è la soglia sotto la quale applicare l’aumento contrattuale?
«Preferisco non dare una soglia precisa, perché ci sarà una contrattazione tra sindacati e parte datoriale».
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La Stampa – 16 giugno 2016