Se una società nasce per fare ricerca e innovazione, deve avere i fondi per funzionare e non solo per pagare gli stipendi ai dipendenti. Ai quali, peraltro, va garantito un contratto unico, non una miscellanea di contratti che genera solo confusione. Sono queste le richieste avanzate ieri dai sindacati Cgil, Cisl e Uil con le Rsu di Avisp, la nuova Agenzia veneta per l’innovazione del settore primario che ha preso il posto di Veneto Agricoltura. I rappresentanti sindacali sono stati ascoltati mercoledì in audizione dai consiglieri regionali della quarta commissione.
Sul tavolo, l’annosa questione di Veneto Agricoltura, in liquidazione, verso la trasformazione in Agenzia Veneta Innovazione Settore Primario, e tutte le ricadute sul fronte occupazionale. “Ancora una volta la Regione Veneto – spiega la consigliera del M5stelle Patrizia Bartelle – si sbarazza di una struttura d’eccellenza su cui si sono investiti anni di ricerca e passata, con il nuovo soggetto, da una gestione di 18 a soli 11 milioni, pochi persino per garantire gli stipendi. La situazione è sotto gli occhi di tutti: ormai non vengono nemmeno assunti gli operai stagionali e la manutenzione ordinaria è di fatto bloccata. Di più: con il passaggio, si andranno ad innescare conflitti con il personale in virtù dell’applicazione di contratti di lavoro in parte privatistici, attraverso il contratto nazionale di Federambiente, e in parte con contratti di lavoro pubblico”.
Un nodo di non poco conto se considerato che gli operai forestali del trevigiano, del vicentino e del bellunese costano circa 900mila euro, soldi garantiti ed erogati dal settore foreste, per la tutela idraulica: dal 2010, come rilevato dalla consigliera pentastellata, “quei finanziamenti sono spariti. Come negli anni passati, il personale viene mantenuti in servizio con mille sotterfugi e diminuzione delle giornate lavorative, con conseguente diminuzione dello stipendio. E a gettare benzina sul fuoco c’è anche il fatto che per l’anno prossimo si paleseranno anche problematiche legate al governo dei territori demaniali”.
La Bartelle ha chiesto quindi che la commissione recepisca tutte le valutazioni espresse dai consiglieri in un documento da sottoporre alla Giunta, “affinché le liquidazioni di Veneto Agricoltura possano essere riassorbite dalla nuova Agenzia, almeno per quelle realtà d’eccellenza che vale la pena tutelare e promuovere”. Il tutto, mentre all’esterno di Palazzo Ferro-Fini i decine di dipendenti preoccupati per il loro futuro protestavano per chiedere maggiore attenzione alle istituzioni sui problemi connessi alla soppressione dell’ente.
3 giugno 2016