«Potrebbe essere l’ennesimo disastro ambientale, dal 2003 ad oggi nessuno sa con precisione di che tipo sono i rifiuti depositati nella discarica del Melagon, al di sotto della quale è a rischio il bacino dell’Oliero e, di conseguenza, l’intero comprensorio del Bassanese che riceve acqua potabile proprio dal punto che ci preoccupa».
Il senatore del M5S Gianni Girotto non usa mezzi termini parlando della discarica del Melagon aperta 15 anni fa; una discarica sulla quale già nel 1996 gli esperti avevano sollevato perplessità: «Vent’anni fa la commissione scientifica della federazione speleologica veneta metteva nero su bianco la raccomandazione alle amministrazioni locali asiaghesi di non smaltire i rifiuti creando discariche nel delicato territorio carsico dell’altopiano. Cinque anni dopo, nel 2001, venne invece dato l’ok alla discarica che oggi, inevitabilmente, è sotto i riflettori».
A dirlo è Gianluigi Boccalon, geologo che di quella commissione faceva parte e che ha raccontato così del rischio, da lui stesso rilevato vent’anni fa e ignorato da chi poi ha concesso che nell’ex cava sorgesse la discarica.
«La zona è collocata al di sopra di strati di roccia all’interno di un sistema epicarsico fatto di cunicoli che conducono al bacino acquifero dell’Oliero, riserva idrica tra le più grandi d’Europa – ha spiegato il consigliere regionale Manuel Brusco che chiede l’intervento della Regione – se per qualche cedimento legato alla fragilità del terreno o ad una minima scossa di terremoto parte dei rifiuti dovesse intaccare lo strato carsico roccioso le conseguenze potrebbero essere pesanti. Il peso dei rifiuti rischia di creare crolli interni: parte delle sostanze contenute nella discarica potrebbero andare ad intaccare il sottosuolo e il bacino dell’Oliero» .
Johnny Lazzarotto – Il Corriere Veneto – 10 maggio 2016