La giunta regionale incassa l’ok della commissione consiliare alla riorganizzazione della macchina amministrativa. Con l’astensione di Pd e M5S («una singola delibera è troppo poco, aspettiamo di vedere il disegno complessivo»), in sede di Affari Istituzionali ieri è stato approvato il provvedimento che prevede di ripartire i 2.700 dipendenti all’interno di 5 nuove aree apicali, in aggiunta alla Sanità: Sviluppo economico, Capitale umano e cultura, Programmazione e sviluppo strategico, Tutela e sviluppo del territorio, Risorse strumentali. Ringraziando il presidente Marino Finozzi «per avere licenziato con parere favorevole in tempi celerissimi la proposta», l’assessore Gianluca Forcolin ha sottolineato l’operazione punta a «perseguire un modello di razionalizzazione aziendale», ma «senza generare costi aggiuntivi, bensì realizzando risparmi operativi».
Sul punto la Fp Cgil, unica partecipante alle consultazioni, ha espresso perplessità. «Se prendiamo in esame solo l’attuale delibera — ha osservato il segretario regionale Daniele Giordano — si evince un aumento e non una diminuzione dei livelli apicali e non si quantificano in alcun modo risparmi di spesa». L’assessore alle Risorse Umane, intervenendo con il segretario generale alla Programmazione Luca Felletti, ha replicato che martedì prossimo l’esecutivo approverà la proposta di legge che l’indomani sarà illustrata in commissione e che svelerà le modalità di efficientamento dell’apparato regionale, «un processo che richiede tempo». L’ annuncio inevitabilmente ha scosso i piani alti del Palazzo, che conta circa 180 dirigenti. Il 30 giugno scadranno molti contratti triennali e il rinnovo avverrà sulla base di bandi pubblici. Fra scivoli all’uscita e possibili demansionamenti, «ci sono generali che diventeranno capitani», per usare l’immagine citata da Felletti, «ma anche capitani che saranno promossi generali in base al merito».
Corriere del Veneto – 14 aprile 2016