di Silvia Bergamin. Latte e carni antitumorali, che oltre a far bene alla salute sarebbero in grado di risolvere i problemi economici dell’agricoltura dell’Alta Padovana. Grazie al sostegno economico di Eurocoltivatori Veneto e della Camera di Commercio di Padova, il nutrizionista zootecnico Benito Mantovani ha potuto mettere a punto, nell’Alta Padovana un latte ed alcune carni contenenti rilevanti quantitativi di nutrienti salutistici ed antitumorali.
I lavori della ricerca e la sperimentazione sono durati un ventennio; i risultati sono stati presentati all’hotel Filanda di Cittadella agli operatori del settore agroalimentare (allevatori, trasformatori, rappresentanti della ristorazione, medici e veterinari), al vicesindaco reggente Luca Pierobon, all’assessore alle attività produttive di Cittadella Chiara Lago, a Franco Conzato in rappresentanza della Cciaa, a Cristina Nicolato, Cristina Antinucci e Antonia Bidoia dell’associazione dietisti e dietologi italiani, oltre al l’assessore regionale Giuseppe Pan.
Tali produzioni, identificate con i nomi “LatteRegis”, “Manzetto”, “Grufolino” e “PolloChicchi” – come spiegato da Mantovani – contengono quantitativi significativi di Omega 3, di Cla (acido linoleico coniugato), e di acidi grassi saturi ramificati. Da un punto di vista salutistico, gli omega 3 svolgono un’azione cardioprotettiva ed antinfiammatoria; i Cla hanno effetti benefici sulle funzioni immunitarie e sulla riduzione del tasso di colesterolo; gli acidi grassi ramificati sono antitumorali.
«I test effettuati con il LatteRegis su alcune persone intolleranti al latte non hanno prodotto alcun effetto negativo agli stessi. La stessa cosa si può dire per alcuni neonati (otto giorni), che avevano manifestato grosse difficoltà digestive con il latte artificiale», sottolinea il nutrizionista, «Altri bambini poi, sofferenti di particolari malattie metaboliche, alimentati con queste carni, hanno dimostrato ai controlli medici una crescita normale». Secondo il nutrizionista zootecnico «le sperimentazioni effettuate sono sorprendenti, perché potrebbero spiegare, in parte, le cause per le quali, in questi ultimi decenni abbiamo visto il proliferare di malattie cardiovascolari, diabete, obesità, allergie, intolleranze e, purtroppo, forme cancerogene. E, di conseguenza, incentivare i redditi della zootecnia».
Il Mattino di Padova – 28 marzo 2016