Personale in sottorganico al punto da non veder sostituire nemmeno le 130 infermiere in gravidanza tutte nello stesso periodo, carichi di lavoro così insopportabili da scatenare «il grande esodo» verso le altre Usl, turni di 24 ore in sala operatoria, danni muscolo-scheletrici. E, non da ultimo, un ospedale che cade a pezzi, con la Pediatria a rischio evacuazione. Sono le motivazioni che, a oltre dieci anni dall’ultima protesta compatta, hanno spinto Cgil, Cisl e Uil a dichiarare per il 15 aprile lo sciopero generale del personale del comparto in Azienda ospedaliera.
La mobilitazione, che scatterà alla mezzanotte del 14 aprile per concludersi 24 ore dopo, farà saltare migliaia di visite, esami strumentali, controlli, prelievi e interventi chirurgici programmati, per garantire le sole urgenze. E sarà preceduta da un gazebo informativo da allestire al Monoblocco l’8 aprile, dal volantinaggio agli utenti previsto per i giorni 12 e 14 e da un’assemblea generale convocata per il 13 del prossimo mese.
Una «finestra» a parte, nell’ambito della contestazione, è riservata al caso della Clinica Pediatrica, con una riunione con i soli dipendenti del reparto fissata per il 23 marzo e un incontro, il giorno successivo, tra il rettore Rosario Rizzuto e i sindacati. «L’incertezza sui destini della Clinica pediatrica e di conseguenza sul futuro di infermieri e operatori sociosanitari che ci lavorano, è uno dei tanti motivi di scontento alla base dello stato di agitazione spiega Luigino Schiavon della Uil . Dal magnifico cercheremo di capirne di più. Nel frattempo, dopo due anni di rivendicazioni, vari confronti con la direzione e due con il prefetto Patrizia Impresa che purtroppo non hanno favorito un aumento dell’organico, siamo costretti a scendere in piazza. La situazione è drammatica e anche pericolosa, per noi e per i malati, perché il rischio di errori in condizioni di grande fatica e stress aumentano in maniera esponenziale. E’ vero, l’Azienda assumerà altri 28 infermieri, ma non arriveranno prima della fine di maggio e comunque presteranno servizio nei nuovi reparti da aprire: il bunker per i detenuti e il centro trapianti per la Oncoematologia».
E intanto, come sottolineano Giancarlo Go della Cgil e Raffaele Iannone della Cisl, chi può scappa in altre Usl, anche perché, ricorda Zuin, «nell’Azienda ospedaliera di Padova un infermiere guadagna 100 euro in meno al mese, per il blocco di alcuni istituti contrattuali, aggiungendo così al danno di carichi superiori legati pure all’alta specializzazione la beffa di una paga inferiore». «Ci basterebbe veder sostituire almeno l’80 per centro delle maternità – chiudono i rappresentanti dei lavoratori – e che fossero rispettate, per gli infermieri delle sale operatorie, le 6 reperibilità al mese contrattuali. Oggi sono schizzate a 13/14 al mese: significa lavorare spesso h24. Drammatiche pure le condizioni strutturali del complesso: la politica deve aspettare la tragedia per fare qualcosa? L’anno scorso sono stati spostati 30 reparti e l’altro giorno abbiamo dovuto bloccare noi un’ambulanza con le frecce rotte e il motore che va a singhiozzo. Altro che sicurezza sul posto di lavoro e malato al centro del sistema sanitario».
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 19 marzo 2016