Il taglio dei distacchi sindacali nella Pubblica amministrazione è entrato in azione da subito, con il rientro a lavoro di “risorse umane corrispondenti a 668 distacchi nel quadrimestre settembre-dicembre 2014”, primi mesi di applicazione del dl Madia. Il relativo risparmio è stimato pari “a circa 12 milioni”. Così la relazione del ministero della Pa, in cui si sottolinea “l’effettiva riduzione dei distacchi”, che la legge prevede dimezzati. E il contingente annuale di quelli attribuibili è stato così rideterminato “da 2.362 in 1.250”.
Quella parte della riforma della Pa è entrata in fase operativa dal 1° settembre del 2014 e ha fatto scattare la riduzione del 50% delle prerogative sindacali nelle pubbliche amministrazioni, fra cui permessi e distacchi. La riduzione, precisava il ministero nei giorni di approvazione del provvedimento, “è finalizzata alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa pubblica”. Secondo i calcoli dei sindacati, il dimezzamento dei distacchi sindacali avrebbe colpito oltre un migliaio di persone. Con il distacco viene riconosciuto al dipendente il diritto a svolgere, a tempo pieno o parziale, attività sindacale, con la conseguente sospensione dell’attività lavorativa.
Oggi il dicastero precisa che “la percentuale delle assenze per motivi sindacali (distacchi, permessi cumulati e permessi retribuiti) pari allo 0,14%, corrisponde all’assenza dal servizio per un anno di 3.757 unità, pari a 1 dipendente su 704, con un costo annuo valutabile in circa 116.467.000 euro”.
La relazione specifica che 94.668.524 di euro rappresentano la spesa “per il personale dei comparti e delle aree di contrattazione”, mentre altri 21.815.536 sono stati sostenuti “per il personale appartenente alle Amministrazioni non soggette a controllo (Forze di Polizia ad ordinamento civile, Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, Prefetti, personale della carriera Diplomatica e della carriera Prefettizia, Province Autonome e Regioni a Statuto speciale)”. Le cifre sono il frutto dell’indagine condotta dal Dipartimento della Funzione pubblica, “una rilevazione, a consuntivo, dei dati inerenti alla fruizione nel corso dell’anno 2014 dei distacchi, permessi ed aspettative sindacali, nonché dei permessi, orari e giornalieri, e aspettative per l’espletamento di funzioni pubbliche, al fine di verificare la legittima fruizione di dette prerogative sindacali ed il rispetto dei contingenti”. Il ministero precisa che “alla data del consolidamento dei dati (13 aprile 2015), ha assolto l’obbligo di fornire le informazioni richieste il 98,37% delle Amministrazioni Pubbliche, nelle quali opera l’88,05% dei dipendenti”.
Repubblica – 14 febbraio 2016