Sono negativi i due casi di sospetto virus Zika segnalati a Treviso su una 53enne venezuelana in vacanza nella Marca a Natale e ricoverata al Ca’ Foncello con mal di testa, febbre, astenia ed eruzioni cutanee e su una donna incinta appena tornata dal Messico che mostrava gli stessi sintomi.
Sono negativi i test eseguiti dal laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, diretto dal professor Giorgio Palù, che annuncia: «Abbiamo creato un network europeo, con ricercatori anche tedeschi, francesi, svedesi e inglesi, per mettere a punto un vaccino specifico. La mia équipe ha già formulato quello contro il West Nile, che sulle scimmie funziona benissimo, ma adesso dobbiamo trovare l’azienda farmaceutica che lo produca. Per gli studi sullo Zika chiederemo invece fondi alla Ue. Intanto posso dire che in Italia non abbiamo il vettore che lo trasmette, cioè la zanzara Aedes Aegypti, quindi gli eventuali casi sospetti sono importati. Dall’Africa, poiché il virus è stato scoperto nella foresta dell’Uganda nel 1947, e poi dall’Asia e dal centro e sud America, in cui si è spostato con le migrazioni».
Non si trasmette da uomo a uomo, tranne in tre casi: per trasfusione di sangue, attraverso organi trapiantati e dalla mamma al feto. «E’ difficile diagnosticarlo — avverte il professor Palù — può essere scambiato per una sindrome influenzale ma anche per West Nile, Dengue o febbre gialla, perché i sintomi sono comuni. E cioè febbre, cefalea, mal di gola, mialgia (dolori muscolari, ndr), dolore alle ossa, eruzioni cutanee e congiuntivite. E anche se l’infezione viene identificata non esiste un antivirale specifico, bisogna curarne i sintomi. Non è letale ma come la rosolia è pericolosa in gravidanza, perché può causare al feto danni irreversibili al cervello, cioè microcefalia con deficit neurologici importanti». E infatti la diffusione del virus Zika è stata individuata grazie ai sospetti sollevati dalla nascita, in Brasile e in meno di un anno, di 4 mila bimbi con microcefalia.
Ora l’Organizzazione mondiale della Sanità lancia l’allarme: «Il virus Zika si sta diffondendo in maniera esplosiva. Secondo una prima stima, potrebbe infettare 3-4 milioni di persone nelle Americhe». Meta sconsigliata alle donne in gravidanza.
Il Corriere del Veneto – 29 gennaio 2016