Per l’anagrafe è Pietro Girardi, lui si presenta come Nicola (una vecchia abitudine per distinguersi dai tanti cugini omonimi), anche se sua moglie lo chiama Pier. Abituarsi a convivere con tre diverse identità è già un buon viatico per chi, parole sue, spiega che ora dovrà essere «uno e trino»: nuovo direttore generale dell’Usl 20, e allo stesso tempo commissario dell’Usl 21 e dell’Usl 22.
Ieri, per Girardi, è stato il primo giorno di lavoro nel nuovo incarico che gli ha affidato il governatore Luca Zaia con la nomina del 30 dicembre scorso. Toccherà a lui traghettare le tre Usl veronesi verso l’approdo della riforma in cottura a Venezia, che porterà ad una sola azienda sanitaria provinciale, anche se l’Azienda Ospedaliera (che gestisce gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma) conserverà la sua autonomia. Dovrà dirigere un complesso da circa 6mila dipendenti, sulla carta l’azienda più grande di Verona: un bel salto (triplo) per chi, fino a due giorni fa, era il direttore generale dell’Usl 19 di Adria. «Sono abituato a dare a tutti il mio numero di cellulare e rispondo anche ai numeri che non conosco – spiega lui – forse adesso sarà un po’ più complicato farlo.
Originario di Castelmassa, in provincia di Rovigo, e laureatosi a Bologna in Scienze Statistiche, ha iniziato la sua carriera di manager sanitario proprio nel Veronese, prima a Legnago e poi all’Azienda Ospedaliera. «Qui ritrovo tanti amici – dice – Se sono preoccupato per quest’incarico? Non sarà facile, ma sono già operativo». Ieri, di prima mattina alle 7, era già a Legnago a conoscere medici e infermieri. Nel pomeriggio, stessa trafila a Bussolengo. In mezzo, un passaggio in via Valverde, sede dell’Usl 20 (che gestisce l’ospedale di San Bonifacio) per incontrare giornalisti, dirigenti e associazioni di categoria. Al suo fianco anche l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto: «Inizia una nuova era, in cui le Usl avranno dimensione provinciale – ha spiegato – una maggiore massa critica porterà ad una gestione migliore delle risorse, ma si tratta di una riforma puramente amministrativa, che non va a toccare la rete ospedaliera».
Girardi ha espresso un po’ di linee guida di quella che sarà la sua azione: «Innanzitutto tutela delle fasce deboli, dall’handicap, agli anziani ai minori alle condizioni di disagio economico. E poi i Pronto Soccorso, le nuove tecnologie, la riduzione delle liste d’attesa: mi piacerebbe dar vita al più presto al Cup provinciale».
Al netto di tutto questo, Girardi dovrà rendere uniformi tre realtà molto eterogene e differenti, a partire dai bilanci. Quello dell’Usl 20, per esempio, è gravato da un pesante deficit di circa quattro milioni. «Mi pare di poter dire che la maggior parte del deficit deriva da mobilità sanitaria, si tratta di una partita economica con l’Azienda Ospedaliera, che è il nostro primo partner e con cui dovremo avviare un’integrazione sempre maggiore», commenta. I conti dell’Usl 22 al contrario sono in attivo, ma a fronte di valutazioni molto negative da parte della conferenza dei sindaci. «L’equilibrio finanziario è importante – premette il nuovo dg – il mio approccio sarà quello di decidere assieme alla conferenza dei sindaci in base alle risorse disponibili. In ogni caso, i soldi ci sono e vanno spesi». Altro fattore disomogeneo tra le varie Usl veronesi è la presenza della sanità privata: quasi assente nell’Usl 21, molto presente nella 22 (Negrar e Peschiera su tutti). «Il privato è la quarta gamba dello sgabello, magari dovremo metterci d’accordo per non fare le stesse cose», spiega. Poi, c’è la grana del Sert, dopo che il predecessore di Girardi, Maria Giuseppina Bonavina, ne aveva licenziato i vertici, a partire da Giovanni Serpelloni, prontamente reintegrati dai giudici. «Chiaro che ci metterò il naso – afferma – anche se della vicenda so solo quanto hanno scritto i giornali. Non so però quali saranno i miei margini di manovra, visto che è già intervenuta la magistratura».
Più volte Girardi sottolinea di credere nei «rapporti umani» e quindi nella collegialità delle decisioni, a partire da quelle con il territorio. Dall’altra parte del tavolo troverà spesso una vecchia conoscenza: Flavio Tosi, già assessore regionale, nelle sue vesti di presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl 20.
Il Corriere di Verona – 3 gennaio 2016