Buono lo stato di salute percepito anche se le donne sono svantaggiate. Si accorciano i tempi di ricovero e cala l’attività ospedaliera per acuti. Il 66% dei decessi dovuti a malattie del sistema circolatorio e tumori. Fumatori stabili al 19,6%. Permane l’abitudine del pranzo a casa per sette italiani su dieci. Ancora forti le differenze tra il Nord e il Sud. Il volume integrale – il capitolo salute
Grazie alla costante riduzione dei rischi di morte a tutte le età, prosegue nel 2014 l’incremento della speranza di vita alla nascita: per gli uomini da 79,8 del 2013 a 80,2 anni e per le donne da 84,6 a 84,9. È quanto rileva l’annuario 2015 curato dall’Istat che fotografa in 24 capitoli lo status del nostro Paese.
Concentrandoci sui temi sanitari dal rapporto emerge il proseguimento del processo di deospedalizzazione che ha determinato una progressiva e significativa diminuzione dei ricoveri nel tempo. Positivo lo stato di salute degli italiani: nel 2015, il 69,9% della popolazione ha fornito un giudizio positivo del proprio stato di salute (valore stabile rispetto a un anno prima), più elevato fra gli uomini (73,4%) che fra le donne (66,5%). Il 38,3% dei residenti dichiara di essere affetto da almeno una patologia cronica: le più diffuse sono l’ipertensione (17,1%), l’artrosi/artrite (15,6%), le malattie allergiche (10,1%), l’osteoporosi (7,3%), la bronchite cronica e l’asma bronchiale (5,6%) e il diabete (5,4%).
Personale sanitario. I dati relativi al personale medico mostrano, nel 2012, una composizione analoga a quella presente nelle strutture ospedaliere del Sistema sanitario nazionale: il 75,9 per cento presta servizio presso le strutture pubbliche, il 9,5 per cento nelle strutture equiparate alle pubbliche ed il 14,6 per cento nelle strutture private accreditate. In totale ci sono 121 mila medici e 264 mila infermieri. Nelle strutture del Ssn sono presenti 2 medici ogni mille abitanti, mentre tale valore arriva a 4,4 per mille per il personale con il ruolo di infermiere. Ogni 2,2 di infermieri c’è un medico: nelle strutture pubbliche tale rapporto è più alto rispetto a quelle equiparate alle pubbliche (2,4 rispetto a 1,9) e a quelle private accreditate (1,1). Analizzando i dati del personale a livello territoriale, il valore più basso per presenza di medici si osserva nel Sud (1,7 medici per mille abitanti) e nel Nord-est (1,9 per mille): nella prima ripartizione la Calabria è la regione con il valore più basso (1,5), nella seconda lo è il Veneto (1,7).
Abitudini alimentari. L’Italia è ancora lontana da un’ampia diffusione del modello basato sul pasto veloce consumato fuori casa. I dati relativi al 2015 (Tavola 4.17) evidenziano che il pranzo costituisce, infatti, ancora nella gran parte dei casi il pasto principale (67,2 per cento della popolazione di 3 anni e più) e molto spesso è consumato a casa (73,4 per cento), permettendo così una scelta degli alimenti ed una composizione dei cibi e degli ingredienti più attenta rispetto ai pasti consumati fuori casa. Oltre l’80 per cento della popolazione di 3 anni e più fa una colazione “adeguata”, vale a dire non solo limitata al caffè o al tè.
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29 dicembre 2015