«Nessuna telenovela, Padova avrà il suo nuovo ospedale, che servirà tutti i veneti. Abbiamo imboccato la strada giusta, il progetto va avanti e in maniera condivisa, i tecnici sono al lavoro per scegliere l’area e il progetto più idonei». Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, ieri al Sant’Antonio, alla cerimonia di inaugurazione del Tomografo a risonanza magnetica di tipo open, l’unico in Veneto insieme a quello di Rovigo.
«Una tecnologia all’avanguardia, capace di sostenere fino a 300 chili di peso e dotato di un’architettura aperta che lo rende fruibile anche a pazienti obesi e claustrofobici — ha spiegato Urbano Brazzale, direttore generale dell’Usl 16 —. E’ stato fatto un investimento di 1,4 milioni di euro: 400mila li ha erogati la Fondazione Cariparo. Il Tomografo consentirà al Sant’Antonio di arrivare a 5mila risonanze magnetiche, 11.500 ecografie, 10.700 Tac».
Tornando al nuovo ospedale, la superficie disponibile a Padova est è aumentata rispetto ai «420mila metri quadri portabili a 470mila» annunciati dal sindaco Massimo Bitonci due mesi fa in Regione. All’ultimo tavolo tecnico di mercoledì a Palazzo Balbi, il primo cittadino ha annunciato: «C’è una superficie già di proprietà del Comune di 378.800 metri quadri, mentre la superficie di proprietà privata, però comunque in disponibilità, è di circa 142.790. Quindi la superficie complessiva disponibile è di 521.460 metri quadri. L’area dei privati è disponibile da subito, in forza di un pre-accordo approvato dalla giunta e adottato anche dal consiglio comunale con deliberazione del 23 novembre scorso». Facciamo un passo indietro: l’area privata è nelle mani di un esecutore fallimentare e si compone di una parte a destinazione residenziale, una a vocazione residenziale e una recettiva. Ora la modifica urbanistica approvata dalla giunta Bitonci il 26 ottobre scorso e fatta passare in consiglio sotto il naso dell’opposizione «nascosta» dentro una maxi-variante che contiene oltre 500 interventi di vario genere, lascia ai privati circa 12 mila metri quadri. Cubatura tutta concentrata in un settore a San Lazzaro e che potrà essere sviluppata in verticale. Si parla infatti di tre palazzi (c’è chi li chiama grattacieli e chi rivela che avranno sei piani) con destinazione mista alberghiero-direzionale-commerciale. Le parti convocate al tavolo regionale (Ateneo, Azienda ospedaliera, Iov, Comune e Provincia) hanno tempo fino a lunedì per presentare eventuali istanze.
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 20 dicembre 2015