Oltre 200mila prestazioni saltate, tra visite, interventi chirurgici programmati, esami diagnostici e di laboratorio, 80% di adesione fra i 3800 dottori di famiglia e 75% fra gli 8300 ospedalieri. Sono i numeri dello sciopero dei medici in Veneto, che ieri ha rallentato l’assistenza in tutte le 24 Usl, tanto da spingere il Tribunale del Malato a indirizzare una lettera alla categoria.
«Centinaia di migliaia di pazienti scompariranno dalle agende degli appuntamenti ambulatoriali, delle sale operatorie e delle indagini diagnostiche dopo aver pazientato mesi in lista d’attesa scrive il presidente Giuseppe Cicciù. Dovranno rimettersi in coda per avere una diagnosi. Nulla contro l’istituto dello sciopero, ma nel caso di cittadini fragili e malati non sarebbe il caso di introdurre forme diverse di protesta che invece di penalizzare loro possano evidenziare le contraddizioni del Servizio sanitario nazionale?».
«Colpa del governo nota Domenico Crisarà, segretario di Fimmg Veneto (medici di base) mette in discussione la nostra dignità professionale, riduce le prestazioni, poiché da sei anni non aumenta il Fondo sanitario, e limita l’accesso alle stesse, imponendo un secondo ticket sulla specialistica di io euro che le rende meno costose nel privato. E così apre le porte alle assicurazioni».
I camici bianchi chiedono «finanziamenti adeguati, investimenti su strutture e personale e il coinvolgimento nella governance della sanità». «Lo sciopero è andato bene, nonostante il tentato boicottaggio da parte di diverse Usl, che hanno lanciato corsi di formazione proprio oggi (ieri) o preparato contingenti minimi più nutriti del dovuto dice Adriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao (ospedalieri) . Stiamo valutando la denuncia per attività antisindacale». A gennaio altri due giorni di sciopero.
M.N.M. – Il Corriere del Veneto – 17 dicembre 2015