In settimana sono stati approvati gli emendamenti alla Legge di stabilità presentati da Oliverio e Guidesi che prevedono l’aumento della compensazione Iva sulle carni bovine e suine. Per il provvedimento sono stati stanziati 20 milioni di euro, che permetteranno di aumentare la compensazione al 7,7% per le carni bovine e all’8% per quelle suine.
Il ministro Maurizio Martina ha espresso viva soddisfazione e in una nota del Mipaaf commenta: “Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione degli emendamenti Oliverio e Guidesi alla legge di stabilità che ci consentiranno di aumentare la compensazione IVA sulle carni bovine e suine (passando rispettivamente a 7,7 per cento e all’8 per cento), destinando al comparto ulteriori 20 milioni di euro in un momento particolarmente delicato per la zootecnia italiana. Anche con questo passo, attuato grazie al grande lavoro sinergico dei parlamentari con il ministero e il governo”.
Dopo i falsi allarmi lanciati sulla carne è importante l’intervento di sostegno degli allevamenti italiani che generano nella filiera 180mila posti di lavoro in un settore chiave del Made in Italy a tavola, che vale da solo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroalimentare tricolore” E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l’approvazione degli emendamenti Oliverio e Guidesi alla legge di Stabilità che consentono di aumentare la compensazione IVA sulle carni bovine e suine (passando rispettivamente a 7,7 per cento e all’8 per cento), destinando al comparto ulteriori 20 milioni di euro in un momento particolarmente delicato per la zootecnia italiana. Si tratta di difendere – sottolinea la Coldiretti – il primato italiano a livello europeo per numero di prodotti a base di carne “Doc”, con l’Italia che puo’ contare su ben 40 specialità di salumi che hanno ottenuto la denominazione d’origine o l’indicazione geografica. Ora l’obiettivo – conclude Moncalvo – è quello di estendere l’obbligo di indicare la provenienza delle carni in etichetta anche ai prodotti trasformati come i salumi: oltre 2 prosciutti su 3 consumati in Italia provengono da maiali allevati all’estero ma il consumatore non lo puo’ sapere. Nell’arco di tre anni – conclude la Coldiretti – le aziende suinicole italiane si sono ridotte del 10 per cento a causa della concorrenza sleale e della mancanza dell’obbligo dell’etichetta d’origine sui salumi in commercio.
16 dicembre 2015