Sono passati quasi nove anni da quando l’allora direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Adriano Cestrone mise nero su bianco, per la prima volta, le criticità del nosocomio di via Giustiniani e la necessità di una nuova struttura. E da allora, nonostante il susseguirsi di accordi, progetti, commissioni, dibattiti, convegni, polemiche, dietrofront, colpi di scena e querelle giudiziarie, nulla o quasi si è mosso.
Ma quella di domani, in merito alla storia infinita del nuovo ospedale di Padova, potrebbe finalmente rivelarsi la puntata decisiva: tutti gli enti pubblici coinvolti nella vicenda, al termine dell’ennesima riunione in programma alle 10 del mattino a Palazzo Balbi a Venezia, dovrebbero finalmente trovarsi d’accordo almeno su un punto. Che, per ora, è in assoluto il più importante. E cioè sul fatto che il futuro polo medico-sanitario venga realizzato nell’area di San Lazzaro, alle spalle della Kioene Arena (ex PalaFabris) e del NetCenter, come più volte indicato dal sindaco Massimo Bitonci.
Attorno allo stesso tavolo, nella sede della giunta regionale, si ritroveranno il governatore del Veneto Luca Zaia, il già citato Bitonci, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Claudio Dario, il rettore dell’Università Rosario Rizzuto e il presidente della Provincia Enoch Soranzo. I cinque, supportati dai rispettivi tecnici e avvocati, dovrebbero prima scartare definitivamente l’ipotesi di collocare il nuovo ospedale a Padova Ovest, giudicando troppo elevato il rischio idrogeologico dei terreni privati di corso Australia, e poi – questa è la vera novità di giornata – prendere atto di un documento congiunto inviato alla Regione dal ministero della Difesa e da quello dei Trasporti che blocca l’ipotesi di costruire il nuovo ospedale nella zona dell’aeroporto Allegri, in teoria ancora in ballo per posizionarvi il nosocomio.
Secondo i ministeri, titolari dell’area dell’Allegri, la superficie di via dei Colli è da ritenersi non disponibile perché strategica sia dal punto di vista militare e da quello aeroportuale civile. E così, accantonata Padova Ovest e scartata per indisponibilità l’Allegri, l’unica opzione rimasta è quella di San Lazzaro. A meno d’improvvise retromarce, dunque, l’esito della riunione veneziana di domani dovrebbe spianare la strada all’iter di Padova Est che inizierà subito dopo Natale. Al tavolo comunque non prenderà parte Finanza e Progetti Spa, cioè la compagine titolare del project financing di corso Australia, che però è già all’opera per trasferire il vecchio progetto nella nuova location e che dovrebbe essere coinvolta nel successivo summit già fissato a metà gennaio.
Nell’attesa, quasi nove anni dopo, è interessante rileggere quanto scrisse, in una delibera datata 29 dicembre 2006, l’allora dg dell’Azienda Ospedaliera. «Il complesso ospedaliero è caratterizzato dall’elevata frammentazione degli edifici e dei reparti – scriveva Cestrone all’allora governatore Giancarlo Galan -. E ciò assume aspetti di rilevanti criticità quali scarsa razionalità distributiva delle funzioni di cura, di didattica e di ricerca, continuo spostamento di malati, medici e materiali tra i padiglioni, duplicazione dei servizi diagnostico-terapeutici, non conformità alle norme antincendio e di sicurezza e vetustà delle strutture. Una puntuale risposta a tale stato di cose può avvenire con la costruzione di un nuovo ospedale che, forte della presenza al suo interno della Scuola di Medicina, dovrà costituire una perfetta simbiosi delle funzioni di ricerca, assistenza e didattica».
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 15 dicembre 2015