Il semestre di Expo 2015 ha portato un milione di arrivi turistici in più nell’area metropolitana di Milano e nella provincia di Monza e Brianza, rispetto allo stesso periodo del 2014. E l’effetto positivo dell’evento sembra non essersi esaurito nemmeno con la sua conclusione, anche se certo con ritmi inferiori.
I numeri definitivi sull’impatto turistico dell’Esposizione universale raccolti dal Comune di Milano disegnano uno scenario in linea con le previsioni dell’amministrazione comunale, «positive ma non trionfalistiche», come spiega l’assessore al Turismo e al commercio Franco D’Alfonso, secondo cui Expo ha funzionato come un acceleratore e concentratore di un trend di crescita turistica avviato da Milano alcuni anni fa. E che, aggiunge l’assessore, dovrebbe proseguire anche nel prossimo futuro: «C’è una ricaduta reputazionale sulla città che secondo noi non si è ancora esaurita», precisa D’Alfonso, che pertanto auspica di confermare anche nel 2016 i numeri di quest’anno (circa 8 milioni stimati a fine 2015, contro i 7,1 milioni dell’anno scorso su tutta l’area metropolitana, compresa la provincia di Monza e Brianza). «Un obiettivo difficile ma non impossibile», precisa.
Partita in sordina, come noto, l’Expo milanese ha dispiegato i suoi effetti soprattutto a partire dai mesi estivi, con un boom di arrivi (visitatori che hanno pernottato almeno una notte nelle strutture ricettive ufficiali) in agosto, con un 49% in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
In totale, tra maggio e ottobre del 2015 sono arrivati in città (e dintorni) 4,8 milioni di turisti, contro i 3,8 milioni dello stesso semestre 2014, con un aumento del 27%. L’impennata di agosto è proseguita anche in settembre (+35,3% di arrivi) e ottobre (+43,3%), il mese che ha visto in assoluto la maggior affluenza di visitatori, pari a quasi 975mila turisti. Oltre la metà di loro (il 55%) è arrivata dall’estero, con particolare incidenza di turisti statunitensi (il 13%), francesi (9,7%) e cinesi (7,5%).
Numeri che si sono riflessi nell’indice di occupazione delle camere d’albergo che, sebbene abbia scontato l’aumentata concorrenza (2mila camere in più realizzate proprio in vista di Expo e l’impennata dell’ospitalità “fai-da-te”), ha registrato «risultati importanti» secondo le parole di Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi. Secondo le rilevazioni della Camera di Commercio di Milano (su dati Str Global), il tasso di occupazione ha registrato in tutti i mesi dell’Esposizione un tasso di occupazione camere superiore all’anno scorso, con picchi nel mese di agosto (+48,5%) e ottobre (+26,3%). Leggermente inferiori ma sulla stessa linea i tassi registrati da Confindustria Alberghi, che riporta una leggera inflessione nell’occupazione delle camere in maggio (-2%), ma poi un trend crescente culminato appunto in agosto (+39,3%) e ottobre (+24%). «Nel prossimo futuro la sfida del capoluogo lombardo sarà quello di confermare le performance legate al periodo dell’Esposizione universale – aggiunge Palmucci – puntando al consolidamento di Milano come città turistica e non solo come destinazione business».
Una trasformazione che secondo l’assessore D’Alfonso è ormai un dato di fatto, come confermano non solo alcune recenti indagini (realizzate da Ipsos e Camera di Commercio di Milano), ma anche i numeri registrati nei sei mesi dell’Esposizioni dai luoghi dell’arte. Tra maggio e ottobre di quest’anno, gli ingressi nei 14 principali musei cittadini sono aumentati del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da un milione a oltre un milione e mezzo di visitatori.
I dati sugli arrivi nel mese di novembre confermano inoltre il trend positivo, allontanando il timore di una «bolla Expo» destinata a esplodere a evento concluso: il traffico su Malpensa, spiega l’assessore D’Alfonso, non ha registrato flessioni, mentre gli arrivi sul territorio milanese e brianzolo registrano una ulteriore crescita del 2,7% rispetto al novembre 2014. In tutto, da gennaio a novembre, sono arrivati 7,8 milioni di turisti, contro i 6,6 milioni dello stesso periodo 2014. «Non possiamo però accontentarci di ricevere la coda lunga dell’Expo – conclude l’assessore –. Siamo al lavoro per elaborare una programmazione strategica di eventi, sulla base dell’esperienza di Expoincittà, che permetta di rafforzare l’offerta culturale e di intrattenimento nei mesi tradizionalmente più deboli, come febbraio e fine novembre, evitando viceversa sovrapposizioni o un eccesso di offerta nei mesi più forti».
Giovanna Mancini – Il Corriere della Sera – 15 dicembre 2015