di Filippo Tosatto. Lievitano a 91 i milioncini “soffiati” al Veneto al tavolo del riparto del Fondo sanitario nazionale, dove gli assessori regionali hanno raggiunto un’intesa “ufficiosa” rivelatasi penalizzante per la sanità nostrana. La stima iniziale di -85 milioni (leggi quota annuale veneta scesa da 8,839 a 8,754 miliardi) è stata aggiornata al rialzo dai tecnici e la circostanza ha suscitato un discreto inviperimento ai piani alti di Palazzo Balbi.
Cosi, l’assessore Luca Coletto è corso a Roma deciso a evitare lo scippo. Intendiamoci, non è detta l’ultima parola, perché quello raggiunto è soltanto un pre-accordo: il riparto definitivo del budget 2015 è previsto domani alla Conferenza dei governatori ed è alquanto improbabile che Luca Zaia – apparso sorpreso e irritato dall’accaduto – sottoscriva quanto pattuito giovedì, dopo un’intera giornata di (confusa) discussione intorno alla spartizione della torta del welfare. Ma com’è potuta maturare una soluzione del genere?
Ai più stretti collaboratori, Coletto – ieri irreperibile – è apparso furioso, convinto com’è di essere stato turlupinato dai famelici colleghi: «Abbiamo accettato di rinunciare ad una trentina di milioni per aiutare la Liguria, che oggettivamente versa in difficoltà, poi qualcuno ha abusato della nostra buona fede», avrebbe affermato in buona sostanza «noi siamo solidali e corretti ma non sprovveduti, non accetteremo soluzioni inique».
L’errore di partenza, probabilmente, è stato quello di accettare che il confronto sulla suddivisione delle risorse fondasse sulla spesa storica – cioè sui bilanci precedenti delle Regioni, incluse le più sprecone – anziché sull’adozione dei costi standard (il cavallo di battaglia di Luca Zaia) finalmente accolti dal ministro Beatrice Lorenzin e decisamente più vantaggiosi per il Veneto. Tant’è. Domattina, c’è da scommetterci, il governatore leghista darà battaglia. Sia per scongiurare una falla pericolosa nei conti, già minacciati dai ripetuti tagli del Governo, che per rintuzzare gli attacchi dell’opposizione, tosiani in primis.
«Forse nella Città eterna Coletto è stato rapito da Morfeo», ironizzano i consiglieri Maurizio Conte, Giovanna Negro, Stefano Casali e Andrea Bassi «auspichiamo che si risvegli da un torpore che rischia di farci scippare quasi un centinaio di milioni mentre il pareggio di bilancio 2015 corre sul filo del rasoio e la Regione è costretta a un dietrofront imbarazzante».
Il Mattino di Padova – 24 novembre 2015