L’età pensionabile potrebbe aumentare in modo più repentino rispetto a quanto immaginato dalla relazione tecnica alla legge Fornero. A causa delle nuove tabelle sulla speranza di vita. Il rapporto previsionale più attuale a disposizione, lo scenario demografico Istat – base 2011, ripreso nel rapporto n. 15 della Ragioneria Generale dello Stato relativo alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario, prevede infatti un incremento di cinque mesi dell’età pensionabile per il biennio 2019-2020 rispetto ai 4 mesi preventivati dallo scenario demografico istat 2007 utilizzato dal Governo Monti quando ha varato la Legge Fornero. Insomma dal 2019 si rischia di dover restare sul posto di lavoro un mese in più rispetto a quanto si immagina attualmente.
Secondo la Ragioneria dello Stato nel biennio 2019-2010 sarà quindi necessario perfezionare 67 anni per accedere alle prestazioni di vecchiaia (rispetto ai 66 anni e 11 mesi previsti nella relazione tecnica alla legge Fornero) mentre per la pensione anticipata sarà necessario raggiungere 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 42 e 3 mesi per le donne (rispetto ai precedenti, rispettivamente, 43 anni e 2 mesi e 42 e 2 mesi). Sale a 64 anni (dai 63 anni e 11 mesi) l’età per la fattispecie di cui all’articolo 24, comma 11, della legge n. 214 del 2011 (ovvero la pensione anticipata per i lavoratori con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996). Cifra tonda, pari a 62 anni, l’età minima per il pensionamento dei lavori usuranti contro i 61 anni e 11 mesi previsti dalla relazione tecnica alla legge Fornero. In generale, comunque, lo slittamento di 5 mesi interesserà tutte le prestazioni previdenziali ed assistenziali erogate dall’Inps ancorate ad un requisito anagrafico in ossequio ai principiali generali in materia di adeguamento alla stima di vita.
Il condizionale è ancora d’obbligo perchè la fissazione definitiva dell’età pensionabile per il biennio 2019-2020, ovvero dell’anzianità contributiva necessaria per il conseguimento della pensione, rimane demandata per legge ad un decreto direttoriale da adottare entro la fine del 2017. Solo l’emanazione di tale atto certificherà ufficialmente e definitivamente i requisiti pensionistici per il biennio 2019-2020, i quali potranno anche differire da quelli attualmente previsti.
Nulla viene modificato per il triennio 2016-2018 per il quale resta confermato l’adeguamento di 4 mesi come recentemente ribadito dalla Circolare Inps 63/2015.
pensionioggi.it – 8 novembre 2015