Alla fine il decreto per sanare i bilanci delle Regioni, che rischiavano un buco cumulato di 9 miliardi, e dei Comuni, con un deficit potenziale di altri 2-3 miliardi, è arrivato. Ieri il Consiglio dei ministri ha varato un provvedimento «che consente di regolarizzare completamente la situazione, chiarendo un dubbio interpretativo sul piano della contabilità» ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza, Claudio De Vincenti, illustrando ieri il decreto.
La sanatoria «contabile» non avrebbe effetto sui conti pubblici, quindi sul deficit o sul debito, e consente alle Regioni di ripianare in 30 anni le perdite emerse dopo la sentenza della Consulta, che ha dichiarato illegittimo l’uso fatto delle anticipazioni ottenute dal governo. Per molte Regioni, a cominciare dal Piemonte, dove la Corte dei Conti ha già certificato un disavanzo di quasi 6 miliardi, imputabile per metà al cattivo uso delle anticipazioni, ma anche in Lazio, Calabria, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna.
Il presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha ringraziato il governo per aver mantenuto la parola, ma non sembra intenzionato a ritirare le sue dimissioni dalla Conferenza. Attaccato da Renzi per le critiche alla manovra sulla sanità, poi in parte rientrate, e indebolito dal buco del suo bilancio, Chiamparino appare sempre più determinato a lasciare. Intanto chiarisce di non aver intenzione di «organizzare cordate o candidarmi a qualsivoglia segreteria» ha detto ieri a un dibattito organizzato a Torino dall’associazione «A sinistra del Pd».
Lui resta convinto che l’accordo con l’esecutivo sui fondi alla sanità sia possibile solo escludendo i tagli pesantissimi in vista nel 2017 e nel 2018. «Sarei pronto a fare un accordo domattina se mi si dicesse che nel 2016 c’è un miliardo, nel 2017 un altro miliardo e nel 2018 un altro ancora» dice, mentre la legge di Stabilità prevede per il 2017 ed il 2018 la stabilizzazione del fondo a 111 miliardi, come nel 2016, cioè un taglio sui fondi concordati l’anno scorso di 15 miliardi.
A fronteggiare l’ira dei governatori di centrodestra e della Lega sui tagli alla sanità, ci pensa, intanto, Deborah Serracchiani, governatore del Friuli- Venezia Giulia e vicesegretario del Pd. «Nel 2016 sulla sanità c’è un miliardo in più, Roberto Maroni lo sa bene e i suoi toni d’allarme si spiegano solo con ragioni politiche, ha detto. Al Senato il Pd, nel frattempo, ha definito i suoi emendamenti alla legge di Stabilità. Si parla anche di una sanatoria per l’emersione degli affitti in nero, oltre all’esenzione della Tasi sulle case date in comodato ai figli, e al pagamento del canone Rai in due rate.
Mario Sensini – Il Corriere della Sera – 8 novembre 2015