I camici bianchi lanciano i loro 10 punti per il futuro del Ssn. “Siamo organi ausiliari dello Stato quando questo Stato ci considera risorse funzionali alle politiche per la salute, non ci riconosciamo come tali se siamo solo strumenti per tagli al Ssn”. E poi al Governo: “Risponda immediatamente alle nostre istanze. Non è più il tempo della diplomazia e della mediazione”. Ipotesi fiaccolata di protesta il 28 novembre. Il documento finale
“No alla Professione governata per decreti, no ai protocolli di Stato suggeriti da chi è lontano dalla Professione, no agli obblighi amministrativi che tolgono tempo alla relazione di cura, no a una formazione che non si confronta con i bisogni di salute e no a uno Stato nemico del medico”. Questi i ‘niet’ che la professione medica ha lanciato oggi agli Stati generali indetti dalla Fnomceo.
Ma dai camici bianchi non solo dei “no”. I medici dicono “sì a una Professione libera di curare, sì a una formazione finalizzata alle esigenze del SSN, sì a una informatizzazione che offra anche occasioni di conoscenza dei bisogni, sì al nostro impegno professionale, civile ed etico, sì alla verifica dei comportamenti e della meritocrazia, sì ai medici per la Persona e con la Persona”. “Vogliamo che il governo risponda immediatamente alle nostre istanze – affermano i medici – .Non è più il tempo della diplomazia e della mediazione!”.
“Gli Stati generali di oggi sono una chiamata a raccolta delle sigle dei sindacati da parte della federazione per vedere di condividere assieme un percorso che possa togliere dall’impasse la sanità italiana”. Ha affermato Roberta Chersevani, presidente nazionale Fnomceo.
“Le problematiche sono legate a fattori economici e stanno mettendo a serio rischio la sostenibilità del servizio sanitario nazionale. Una grande criticità è la frammentarietà dei servizio a seconda delle regioni, un’altra è che i cittadini iniziano ad avere problemi nel riuscire a curarsi”.
Il presidente Chersevani ha poi annunciato che molto probabilmente il prossimo 28 novembre ci sarà una manifestazione (che dovrebbe essere una fiaccolata) per denunciare ancora il disagio della professione.
“Se il ruolo del medico e dell’odontoiatra viene derubricato come un atto di mercimonio inevitabilmente l’alleanza medico paziente viene a disperdersi. E tutto ciò è inaccettabile”. Ha dichiarato il presidente della Cao, Giuseppe Renzo.
“L’anello debole sono i cittadini che, non si ritroveranno il loro professionista in termini di scelta, non troveranno prestazioni di qualità e piani terapeutici. Per quanto riguarda gli odontoiatri è inaccettabile tutta questa burocrazia che toglie spazio alla cura del paziente”.
Quotidiano sanità – 21 ottobre 2015