«Azienda Zero non cancellerà le Asl e i ruoli dei sindaci». Lo assicura il segretario generale alla Sanità della Regione Domenico Mantoan, lunedì sera al Teatro di Mirano per spiegare a una platea di sindaci, assessori e consiglieri comunali di Miranese e Riviera cosa cambierà nel panorama regionale della sanità. Molte le preoccupazioni espresse dai sindaci, riferite più al quadro economico che sanitario.
Se ne fanno portavoce primi cittadini di ogni territorio e colore politico, da Giovanni Battista Mestriner (Scorze), ad Alvise Maniero (Mira), da Alessandro Quaresimin (Salzano) a Federica Boscaro (Fosso). Per tutti il cruccio principale è capire il quadro economico dell’operazione: «Come sarà formato il bilancio di una Asl “Serenissima”, formata da quattro aziende con conti profondamente diversi? Quanto si risparmierà rispetto alla situazione attuale?». Mantoan ha spiegato chiaramente cosa sarà Azienda Zero: «II progetto di legge 23 è in linea con quanto ci sta chiedendo il governo», ha detto il segretario, «il piano è ambizioso, ma l’obiettivo, credo, condiviso: oggi 21 Asl, altrettanti direttori generali e ben 25 direttori di distretto creano troppa variabilità. Il pdl 23 punta a dare alle Asl (che poi siano provinciali o si discostino dai confini delle province se ne può discutere) compiti strettamente sanitari e all’Azienda Zero regionale la parte di gestione burocratica e amministrativa che oggi rallenta le aziende sanitarie: programmazione tecnologica, acquisti, servizi amministrativi, concorsi, eccetera. Il cittadino continuerà ad afferire ai servizi nel territorio di appartenenza, magari le vecchie Asl si chiame ranno ambiti o distretti, l’Azienda Zero è solo un sistema di gestione, un modello privato applicato al servizio sanitario pubblico». All’appuntamento, organizzato dalla Conferenza dei sindaci dell’Asl 13, anche il presidente della quinta commissione regionale Fabrizio Boron e Alberto Semenzato, consigliere regionale, estensore della proposta di legge. «Per i cittadini non cambierà nulla», ha detto Semenzaio, «la programmazione sanitaria rimarrà tale e quale, in capo a Giunta e Consiglio regionale. Cambierà invece il risparmio ottenuto con la riduzione del numero dei direttori generali, dell’unico ufficio legale, quello tecnico e quello acquisti. Meno sprechi dunque, esattamente quello che tutti chiedevano in campagna elettorale e che oggi rende deboli le resistenze a questo cambiamento epocale».
La Nuova Venezia – 21 ottobre 2015