“Le Regioni che non ce la faranno a fare i propri bilanci o taglieranno i servizi ai cittadini o aumenteranno le imposte. Ed è negativo in entrambi i casi”. I 2 miliardi in meno alla sanità sono un problema “perché siamo ai limiti”.
La manovra “ancora una volta fa poca spending review a Roma e un po’ troppa verso gli enti locali”. Così Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza delle Regioni e presidente della Liguria, al termine dei lavori della Conferenza delle Regioni del 20 ottobre.
Toti evidenzia poi come “le Regioni che non ce la faranno a fare i propri bilanci o taglieranno i servizi ai cittadini o aumenteranno le imposte. Ed è negativo in entrambi i casi”. Quindi si finanziano quelle che si definiscono riduzioni di imposta con tagli alle Regioni che poi in qualche modo dovranno trovare il sistema di far tornare i loro bilanci.
Intanto la legge di stabilità sarà al centro di una riunione della Conferenza delle Regioni, già fissata per giovedì 22 ottobre: “Vedremo nel dettaglio giovedì – sottolinea Toti – Per quanto mi riguarda ritengo che, confermati i tagli alla sanità che di fatto lasciano per strada 2 miliardi di euro nonostante i costi dei farmaci innovativi di nuova generazione e la legge dei Lea, è una situazione su cui dovremo fare bene i conti perché siamo ai limiti”.
“C’è il rischio che sia una manovra a saldo negativo per i cittadini. Non vorrei – aggiunge Toti – che nel gioco delle tre carte alla fine Renzi si metta la medaglia della buona figura di abbassare le tasse sulla casa e le imprese e invece le famiglie e i cittadini pagheranno lo scotto dei servizi tagliati o delle addizionali locali aumentate”.
Il presidente della Liguria interviene anche sulla riforma del titolo V della Costituzione: “Almeno per come ci è stato presentato – sottolinea – ha principi generali che creerà più confusione di quello vecchio. Non dico questo per una mia visione pregiudiziale, ma a questo punto sarebbe meglio che, secondo questa ipotesi, il Ministero si occupasse anche delle questioni sociali, altrimenti, appunto, si rischia di fare il passo del gambero”.
In particolare a Toti non piace la divisione di competenze tra Stato e Regioni per la gestione dei servizi sociali: “Non ho una visione pregiudiziale ma laica. Se si pensa che il Servizio sanitario nazionale sia più efficace se gestito a livello centrale per fare economia di scala lo si faccia – ribadisce – ma allora vengano accorpati anche i servizi sociali altrimenti si spacchettano delle cose che le Regioni, per ottimizzare, hanno messo insieme. Mi sembra che si faccia la riforma del gambero: un passo avanti e due indietro”.
QS – 20 ottobre 2015