Valeria Zanetti, l’Arena. Cosa pensano i 37 sindaci dell’Ulss 22 del nuovo ente, prefigurato dal progetto di legge n.23/2015 presentato al Consiglio véneto a fine giugno dal presidente della Regione, Luca Zaia, denominato «Azienda Zero», con poteri di governance e gestione del portafoglio per la sanità regionale? E come valutano la riduzione del numero di UTss dalle attuali 22 a sette, una per provincia, come previsto dalla stessa proposta?
A chiederlo alla Conferenza dei sindaci dell’azienda sanitaria Uiss 22 di Bussolengo, la V commissione consiliare, che in questi giorni ha inviato una richiesta di parere. I Comuni dovranno esprimersi entro i primi di novembre, ma intanto sono già stati sentiti in audizione i presidenti delle Conferenze.
«Convocati da un giorno all’altro, senza avere la possibilità di maturare delle valutazioni ponderate. L’impressione è che la Regione abbia fretta di chiudere la partita prima di fine anno», evidenzia Graziella Manzato, alla guida della Conferenza della 22. A fine anno scade infatti il mandato dei direttori generali delle Ulss e si dovrà procedere al rinnovo. Sapere se le nomine da effettuare dovranno essere ancora 22 o sette non è un fattore marginale. Ora devono esprimersi i Comuni. «Impiegheremo gli ultimi giorni di settembre e il mese di ottobre per verificare se esiste una proposta condivisa tra gli enti locali del territorio m modo da far passare per i consigli comunali 37 bozze il più omogenee possibile», riprende Manzato.
Ma le perplessità sul progetto elaborato da Zaia non sono poche, come è emerso anche nel corso dell’ultima Conferenza, dove è stata esposta la questione. Ci sono dubbi sul potere enorme che verrà consegnato alla cosiddetta Azienda Zero (che si troverà a gestire circa l’80 per cento delle risorse trasferite dallo Stato alla Regione), in capo alla quale saranno «unificate e centralizzate le funzioni di programmazione, di attuazione sanitaria e sociosanitaria, nonché di coordinamento e governance del sistema sanitario regionale», come illustra la relazione che accompagna il pdl. L’ente avrà sede a Venezia, sarà guidato da un direttore generale con il suo staff, un collegio sindacale e un comitato di indirizzo composto da cinque persone, nominato dalla Giunta veneta: gestirà tutte le gare per gli acquisti per contenere tempi e costi.
«Ottima intenzione, ma i risparmi», si sono chiesti molti sindaci della 22, «come saranno reinvestiti?». L’azienda sanitaria diretta da Alessandro dall’Ora chiude da anni il bilancio in utile, ma sulla qualità delle prestazioni il parere dei sindaci non è sempre positivo. Altri dubbi riguardano il futuro dei servizi sociali all’interno della «Scaligera», come viene ribattezzata dal testo Zaia l’azienda Ulss veronese che dovrebbe inglobare la 20 di Verona, la 21 di Legnago e la 22 di Bussolengo. «Il direttore dei servizi sociali sparisce e con lui uno dei fiori all’occhiello della sanità veneta, ovvero il modello di integrazione sociosanitaria. In particolare per l’Ulss 22 ci chiediamo che fine faranno i servizi delegati gestiti in forma solidaristica sulla base della quota capitaria versata dai Comuni all’azienda», aggiunge Manzato.
Infine, un altro nodo riguarda il peso che avranno i sindaci in questo nuovo modello sanitario: «Temiamo che il controllo degli amministratori pubblici sulla sanità venga ridotto al lumicino», conclude Manzato. La riforma prevede inoltre anche una riduzione e riorganizzazione dei distretti sociosanitari.
L’Arena – 26 settembre 2015