Direttori soddisfatti, ognuno a modo suo. La provincia si spacca, con la sanità veneziana sul podio, le periferie in coda. Mirano, Chioggia e San Dona non tengono il passo di Mestre e nella pagella dei manager stilata da Regione e sindaci dei rispettivi territori, sono circa 10 i punti che separano l’Asl del capoluogo dagli altri ospedali veneziani.
La più quotata è dunque l’Asl 12 di Venezia, che si piazza al terzo posto generale. Le altre tre delle provincia restano nelle retrovie: al diciassettesimo posto l’Asl 13 di Mirano-Dolo, al diciottesimo l’Asl 14 di Chioggia, all’ultimo della classifica regionale, il ventunesimo, la 10 del Veneto Orientale. «È un nuovo giudizio positivo, che si aggiunge ad altre attestazioni di stima», afferma il direttore generale dell’Asl 12 Veneziana Giuseppe Dal Ben. «Quello della Regione è un giudizio tecnico, che nasce da un’analisi molto approfondita di tuta gli aspetti del lavoro delle aziende sanitarie. E devo dire che la soddisfazione è doppia, perché ottenere risultati importanti nel servizi alla persona, a Venezia, non è facile, per il territorio complesso, per le difficoltà logistiche e di collegamento, perle condizioni insieme eccezionali e delicate della realtà insulare, soprattutto. Nonostante queste condizioni di partenza “complesse”, i risultati sono più che lusinghieri. Significa che abbiamo lavorato bene, tutti assieme, come azienda, in dialogo con il volontariato, le amministrazioni e anche con i cittadini. Resta ancora molto da fare per la sanità veneziana, ma questo è un buon punto di partenza da cui riprendere a lavorare». Sempre Dal Ben, che ne è commissario, commenta anche il risultato dell’Asl 14 di Chioggia: «La valutazione positiva da parte della giunta regionale e della conferenza dei sindaci è un riconoscimento che voglio condividere con tutta la squadra che mi assiste: in pochi anni, con ritmi e impegni che tutti ci riconoscono eccezionali, stiamo dotando Chioggia e il suo territorio dei servizi sociosanitari che merita la sesta città del Veneto: si pensi solo al nuovo Pronto soccorso e alle sale operatorie che tra poco inaugureremo. Dentro un quadro positivo, di equilibrio e dinamismo, restano settori con margini di miglioramento. Questi nuovi fronti possono ora essere affrontati con serenità: è un percorso che può continuare, in un contesto di consenso e di sostegno dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche, oltre che della Regione». Da Mirano e Dolo il direttore dell’Asl 13 Gino Gumirato invece afferma: «Generalmente non sono propenso a commentare le valutazioni. Ciò premesso, emerge che questa Asl ha lavorato molto ed è riuscita, nonostante le criticità, a erogare buoni servizi. In particolare, il 17 su 20 della conferenza dei sindaci sottolinea, al di là delle polemiche politiche , l’impegno alla salvaguardia e valorizzazione dell’azienda, in un territorio complesso e molto vasto». L’ultimo posto dell’Asl 10 del Veneto Orientale non preoccupa più di tanto il suo direttore generale, il dottor Carlo Bramezza: «Ha pesato nella valutazione complessiva soprattutto la questione bilanci che viene tenuta particolarmente in conto dalla Regione. Noi abbiamo ancora un passivo di 21 milioni di euro, ma per Bramezza (Asl 10): «Sull’ultimo posto ha pesato la questione bilanci, ma ¡o non voglio ripianare il passivo con il taglio dei reparti» Gumirato(Asll3): «Erogati buoni servizi» ripianare un bilancio bisognerebbe tagliare dei reparti, cosa che io no ho voluto fare. Poi ci sono i costi legati ai tré ospedali che a loro volta pensano sul passivo in bilancio». Per Bramezza, dunque, l’ultimo posto i classifica dipende in realtà da questo consistente passivo, e non dalla qualità dei servizio ai pazienti. La via da imboccare per la sanità del Veneto Orientale sembrava essere quella dell’ospedale unico, inizialmente sposata da quasi tutti gli amministratori, pur con delle riserve. Un solo ospedale avrebbe garantito un miglioramento dei servizi e un risparmio dei costi, ma quando si è trattato di decidere, ogni Comune è andato per la sua strada. Ora la Regione ha deciso di mettere da parte questo progetto e di ripensare i tré ospedali di San Dona, Portogruaro e Jesolo con opportuni potenziamenti.
Filippo De Gaspari Giovanni Cagnassi – La Nuova Venezia – 4 settembre 2015