Avete presente l’italiano medio in vacanza? La famiglia del milanesotto che si sposta solo «in località attrezzate» o la classica mamma, napoletana doc, che in spiaggia arriva con borse e sacchette ricolmi di leccornie e imbandisce tavolate quasi natalizie? Ecco, dimenticateli. Le vacanze, quest’anno, si fanno all’Expo. Complice il giro di boa dei tre mesi, la febbre di visitare a tutti i costi l’esposizione universale si fa sempre più insistente.
Perché diciamolo: all’italiano che si mette in auto per raggiungere Milano e il sito espositivo, poco interessa che a luglio ci sia stato un calo dei visitatori all’interno dell’area o che il commissario unico Giuseppe Sala tenga nascosti i numeri degli accessi di questi primi mesi. Ciò che conta, per gli italiani in vacanza, è mangiare. Tanto, bene e spendendo il giusto. E a Expo, tutto questo è possibile.
Secondo uno studio della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi sulle segnalazioni turistiche di questo avvio di stagione, l’Italia nonostante la crisi è pronta a invertire la sua tendenza e dopo cinque anni di segni negativi il settore torna a crescere. Complice di questa inversione, che porterà a una spesa di circa 40 miliardi di euro per il periodo luglio-settembre, proprio Expo che ha riacceso i riflettori sul Belpaese. «Quest’inversione di tendenza segnala finalmente una ripresa della fiducia da parte degli italiani, incoraggiati dal persistente bel tempo, ma anche dai primi segni di un’economia che sembra si stia rimettendo in moto, grazie anche ad Expo che ha certamente accresciuto l’immagine e l’interesse turistico del nostro Paese», ha commentato Lino Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio sottolineando come questi dati sono solo le prime avvisaglie di «indicazioni che permettono di guardare al futuro con un po’ più di ottimismo».
Non è un caso se al centro di questa ritrovata voglia di muoversi e spendere c’è il buon cibo. Un quarto della spesa dei vacanzieri 2015 andrà proprio verso le gioie del palato. La Fipe stima che in totale si spenderanno nel comparto food circa 11,5 miliardi di euro.
È possibile fare una tassonomia degli italiani in vacanza che si distinguono proprio in base ai consumi alimentari: cosmopolitan, gourmet, party lover e no rules. Facile ambientarli proprio all’interno dell’ Expo dove l’offerta enogastronomica è ampissima. I vacanzieri del primo tipo, i cosmopolitan rappresenta il 38% degli intervistati dalla Fipe sono quelli che scelgono piatti tipici dal mondo, dall’etnico all’esotico fino allo sperimentale. Tutto, pur di calarsi totalmente nel territorio che in quel momento li ospita. All’Expo potrebbero attovagliarsi al ristorante coreano Bibigo: il piatto unico che si serve, l’hansik, è introvabile in Italia e regala sensazioni irripetibili.
I party lover, vacanzieri del secondo tipo, sono in maggioranza giovani che amano divertirsi e cercano di risparmiare sul cibo senza rinincuare a gusti nuovi. Per loro è indicato il food truck che si trova nei pressi del padiglione cinese con piatti riscaldati ad appena 4 euro.
I vacanzieri-gourmet, in maggioranza adulti con un buon potere di acquisto, che durante le vacanze trovano il tempo e la serenità per concedersi pranzi e cene al ristorante e non vedono l’ora di farsi coccolare dal buon ciboinvece, non possono che trovarsi al Minokichi, il ristorante storico di Kyoto ricreato nel padiglione giapponese.
Inevitabile la collocazione dei no rules, che in vacanza decidono di non seguire regole precise né orari e mangiano quando hanno fame e rigorosamente quel che capita: il padiglione dell’Olanda che offre una varietà di snack dal dolce al salato, fruibili a prezzi popolari dalla mattina fino a notte fonda.
Libero – 31 luglio 2015