Giulia Bottaro. Il regolamento europeo che vieta di pescare, detenere e commercializzare vongole di lunghezza inferiore ai 2,5 centimetri ha suscitato molte polemiche. Il limite fissato nella normativa ha lo scopo di preservare la specie, particolarmente vulnerabile. La misura è stata fissata basandosi su studi scientifici, secondo cui la taglia si raggiunge dopo la maturità sessuale.
I pescatori però si lamentano, perché sostengono che le vongole non crescono oltre i 2,2 centimetri nella parte più lunga della conchiglia, e in questo modo si rende impossibile rispettare le regole. Da qui l’accusa all’Ue è di danneggiare il mercato italiano. In realtà, ancor prima del “Regolamento Mediterraneo” di matrice comunitaria, già il DPR italiano del 1968 prevedeva la taglia minima di 2,5 cm per Venus gallina e Venerupis sp. Quindi la polemica non è proprio nuova, ma si ripresenta periodicamente. “Prima di tutto è importante chiarire di cosa stiamo parlando e quindi indicare la specie oggetto del provvedimento – dichiara Valentina Tepedino veterinaria specializzato in specie ittiche e direttore di Eurofishmarket – spesso negli articoli e nei siti internet compaiono erroneamente foto della vongola verace, di origine filippina che viene allevata anche in Italia, mentre il problema riguarda solo la Venus gallina (vedi foto) una specie autoctona pescata esclusivamente in prossimità delle nostre coste e che non viene allevata come per le altre specie.”
“Esistono strumenti da impiegare sulle barche per rilevare le vongole sottomisura che possono facilmente entrare nelle reti – spiega la Tepedino – e molti i pescatori prestano attenzione a questo aspetto. Certo, il processo di selezione richiede più attenzione, quindi il prodotto viene venduto a prezzi più alti, ma almeno si è sicuri di non incorrere nelle sanzioni previste dal regolamento.” Sanzioni che, vale la pena sottolineare, non vengono stabilite dall’Ue ma dal singolo Stato membro.
Il regolamento non è irrevocabile. “L’esperienza dei pescatori, in questo caso, è un elemento importante ma non è sufficiente – spiega la Tepedino – servono dati scientifici per avallare le proteste e si devono effettuare studi per dimostrare l’effettiva difficoltà nel pescare vongole della misura richiesta. La Commissione si è sempre dimostrata aperta a discutere le norme sulla base però di dati scientifici significativi e referenziati.”
Il Fatto alimentare – 24 luglio 2015