Guardata dal punto di vista dei privati, c’è da tirare un sospiro di sollievo: avrebbero potuto perdere tanti milioni di euro, quelli che l’Usl 12 aveva iniziato ad «auto-scontarsi» sulle loro fatture e invece li riavrà. Ma anche il dg della stessa azienda sanitaria, Giuseppe Dal Ben, ha di che esultare: «Grazie alla nostra azione i veneti potranno risparmiare 158 milioni e forse anche altri 20 in più».
Insomma, il «lodo» (cioè la «sentenza») che ha concluso l’arbitrato tra Usl e i privati che stanno gestendo l’Ospedale dell’Angelo di Mestre accontenta tutti. Ma non del tutto, visto che è probabile – Dal Ben ci sta pensando seriamente – che ci sarà un nuovo round di fronte alla Corte d’appello di Roma.
Una premessa è doverosa. Fin dal suo insediamento, avvenuto dopo la mancata conferma di Antonio Padoan da parte del governatore Luca Zaia, Dal Ben aveva tra i punti del suo mandato quello di rivedere il contratto di project financing dell’Angelo. Dal Ben ha creato subito, già nel marzo del 2013 una commissione ad hoc di valutazione del contratto. Tante le contestazioni e serrata la battaglia tra i contendenti: da un lato l’Usl 12 ha sottoposto ai privati numerosi accordi per ridurre i costi, dall’altro la Veneta sanitaria finanza di progetto è rimasta ferma nei suoi «no». In mezzo anche la procura della Corte dei Conti, che aveva aperto diversi fascicoli per danno erariale, e infine anche un’indagine interna della Regione, che aveva dimostrato che alcuni servizi costavano il doppio rispetto alle altre Usl, con record della lavanderia pagata il triplo. Lo scorso settembre si è arrivati all’arbitrato, che in dieci mesi ha portato al verdetto.
La prima cosa chiesta dall’Usl 12 era addirittura la nullità del contratto, ritenuto usurario e senza rischi per la parte privata: ma i giudici hanno respinto questa richiesta, anche se il professor Nicolò Lipari, nominato dall’Usl, si è dissociato dai due colleghi. Quanto alle singole voci di costo, gli arbitri hanno sostenuto che anche al contratto di project va applicata la spending review prevista dal governo Monti, con un taglio del 5 per cento delle fatture per il 2012 e del 10 per cento dal 2013. «Avendo un canone di 72 milioni annui, il risparmio sarà di 7 milioni, per un totale di 140 sulla parte rimanente della concessione – dice Dal Ben – scusate se è poco». E non era scontato, sostiene l’Usl, visto che è il primo caso in Italia e che l’applicazione del principio ai project non era pacifica. Come non sarà pacifica l’applicazione del taglio sull’intero canone, che comprende anche il costo dei «muri», anche se una delle contestazioni è sempre stata quella della scarsa trasparenza delle voci di costo. Quanto al resto il collegio ha «tagliato» alcune spese sul laboratorio (circa 600 mila euro all’anno) per un totale di 18 milioni, mentre è ancora in corso di valutazione un’altra voce (il trasferimento degli esami da Venezia a Mestre), che porterebbe a un ulteriore risparmio di 20 milioni nell’intera durata della concessione. Servirà comunque una perizia per trovare la quadra. Il resto è stato bocciato, a partire da arredi e apparecchiature elettromedicali.
«Avevamo chiesto tagli per 260 milioni, quindi il risultato è buono, ma ci va stretto», chiosa Dal Ben. «La situazione non è facile, perché dobbiamo sempre rispondere alla Corte dei Conti», aggiunge il direttore amministrativo Fabio Perina. Non è finita qui, insomma.
Alberto Zorzi – Il Corriere del Veneto – 14 luglio 2015